C’ è un tempo atteso, desiderato, sognato, accarezzato, ci batte forte il cuore e vorremmo allungare lo sguardo dietro l’angolo per vederlo arrivare e sorridergli festosi, le mani sudano e le parole non bastano mai all’emozione. Come un raggio di sole in una stanza buia disegna una via che prima non esisteva e nella quale noi, ciechi, non speriamo. C’è un tempo, quello della promessa, che non passa mai.
Abbiamo bisogno di tempo per esprimere noi stessi, ciò che siamo, i nostri sentimenti e pensieri, eppure quanta parte della nostra vita trascorre nel mutismo del ricordo e nella speranza dell’attesa, due parentesi che ci chiudono nel già e nel non ancora detto, mentre dentro di noi grida e musica rimangono senza voce, uno spreco di umanità e bellezza. Se qualcuno si affaccia alla finestra del tuo sguardo acceso ed inquieto, è sempre per fermarsi sulle ciglia e prendere dai tuoi occhi tutto quello che vedi e con generosità offri. E’ bello condividere e fa star bene. Eppure non sei quel che vedi, sei ciò che non riesci mai a dire e che rimane dietro le ciglia e scivola di nascosto sul viso. C’è qualcosa nel tuo tempo, che non riesce a tradursi in scadenza, che non finisce quando distogli lo sguardo, quando nessuno ti vede, quando il momento finisce, quando la luce si spegne. C’è qualcosa che rimane e vorrebbe non scrostarsi come pittura su una tela, due parole in un biglietto e non riesci a rassegnarti che ci sono cose che durano intorno a te, più di quanto tu possa far rimanere l’inespresso. A chi affidarlo? Vorresti qualcuno al quale non dover mai dire addio e non esserlo, vorresti poter mantenere la promessa di non scadere mai, ma l’angolo dal tuo sguardo è breve e ci vuole tutto il tempo che sei per raccontarti.
Antonella Foderaro