Gli occhi sono dei grandi traduttori, raccontano ciò che le labbra appena balbettano, dei traditori, denudano e poi come niente rivestono non sempre di bello. Rivoluzionari, grandi sobillatori muovono a nobili e piccoli sentimenti, ammaliatori seducono fino a smarrire… Mi chiedo se c’è una luce che si affievolisce crescendo, quella che fa germogliare il seme della tenerezza. È così raro da adulti abbandonarsi ad una carezza e sempre più difficile farla, la concediamo ai bambini quasi a giustificare, senza doverla assumere, quella fame brontolona di coccole e attenzioni; quando non possiamo proprio dedicarci per la fretta, regaliamo loro bambole e peluche o, nella migliore delle ipotesi, un cucciolo, un micio, da vezzeggiare ed accudire, certi che saprà dare ciò di cui hanno bisogno. La vita si genera all’interno di una culla umana ed anche quando non è “desiderata” per nove mesi è avvolta dal calore del corpo materno, nasciamo allora biologicamente predisposti al contatto, all’abbraccio avvolgente, alla carezza, all’impeto puro delle labbra che ci sbaciucchiano e solleticano per farci sorridere: perché rinunciarci crescendo?
Essere adulti è diventato sinonimo di un relazionarsi distaccato, formale, quando non freddo e cinico, il calore rimane immagazzinato nel nostro corpo come se il comunicarlo comportasse per noi una debolezza o uno spreco. Siamo diffidenti e respingiamo chi cerca di farsi prossimo perché è sempre più difficile ammettere un bisogno senza essere giudicati fragili e senza doversi riconoscere in quel bambino che implora con lacrime e strilla, sguardi, sorrisi, parole, mani… Il nostro corpo solo come un’isola pedonale, assiste al transito frettoloso di centinaia di esseri, quanti di questi lo sfioreranno, lo urteranno, lo attraverseranno? Chi si fermerà a rendere giustizia della sua presenza? Chi sarà capace di restituirgli quello sguardo benevolente dell’infanzia che giustificava ogni pasticcio pur nel rimbrotto della voce?
Non si può fiorire senza luce e nessun essere umano può fare a meno della tenerezza, può sopravvivere anche senza, ma non tutto ciò di cui si può fare a meno serve a renderci più umani, a volte ci condanna semplicemente a ciò che non siamo. Giorno dopo giorno imbastiamo una distanza, fino a diventare noi stessi quella distanza che con un salto, inopportuno e prepotente, vorremmo qualcuno fosse capace di colmare, ma sono tutti così tristemente rispettosi della solitudine, quasi fosse quest’ultima ciò che ci rende uomini ed è sempre meglio insegnare, imparare bene ed in fretta la lezione per evitare illusioni, delusioni, sogni destinati ad infrangersi sulla fredda sponda dell’indifferenza, fino a diventare statue di pietra scolpita da sguardi innocenti e distratti.
Mi chiedo se c’è una luce negli occhi che si affievolisce crescendo, quella che fa germogliare il seme della tenerezza ed aspetto da una vecchia sola e ricurva che fruga una borsa troppo grande quella risposta che l’esperienza forse ci negherà senza alcuna giustificazione.
Antonella Foderaro
Stupendo pensiero…
Pensiero stupendo..vero.
Gli occhi permettono alla vita di filtrare. Piccoli pertugi che raccontano il sentire del cuore a chi lo sappia ascoltare. Sullo schermo del mondo vengono proiettate immagini infinite di sguardi antichi che narrano un vissuto, intessuto di fragili speranze, mai sopite, nel frastuono del tempo che va. Sembrano ciechi, eppure vedono, sentono, provano!
Si diventa adulti costruendo muri di parole, tante, per interfacciarsi con il prossimo. Parole mute che esprimono idee, ma non dicono niente, non danno nulla se non un vuoto da colmare, riscaldare, illuminare. Cercano quegli occhi, nel ripetersi dei giorni, stille di umanità che li facciano sorridere, rispecchiando il naturale bisogno dell’anima che si nutre di amore. Piangono a volte nel vuoto di una stanza, rimasta sola. Sono occhi bambini che chiedono attenzione, considerazione, dedizione. E tali restano anche in quella donna, piegata dagli anni, che fruga in una borsa alla ricerca di una risposta che l’esistere non le ha saputo donare.
Bellissima riflessione!