La vita è un cammino a senso unico di cui possiamo modellare soltanto l’ampiezza e l’intensità, senza uno snodo dove posare lo sguardo per trovare il senso del già percorso o dell’avvenire e ancor meno degli attimi che disobbediscono a ogni stabile percezione per ammassarsi in un unicum di fremiti e intuizioni. Le lancette dell’orologio che segnano il nostro impalpabile tempo interiore sfuggono a ogni sorta di dominio e forse è questa la nostra fortuna, non riuscire mai a capire il punto di rottura tra realtà e fantasia, vivere in uno spazio tra ciò che vorremmo essere e ciò che siamo. Se fossimo eterni, se la vita fosse infinita, il fascino delle emozioni, dell’amore, l’ignoto e le incertezze, che ci spingono a compiere il nostro impossibile si dileguerebbero sostituite dal ripetibile o quanto mai dal recuperabile. Sprofonderemmo nella scontatezza, come piccole pedine su una scacchiera e i presunti ideatori del destino sarebbero nient’altro che un nostro commovente doppione. Il soffio vitale dura giusto quel tempo che serve per sfiorare gli spazi materiali e immateriali in un’avanzata che affianca il tempo, per ravvicinarci alla stabilità fuggente del sogno. Resta ciò che ognuno di noi conserva nel suo animo, che sovente non osa riconoscere ed esprimere se non in una forma sbiadita, come un panno troppo esposto ad un sole di cui non si riesce a cogliere appieno la luce e il calore, mentre sfoderiamo con impavida certezza quel poco descritto e rinchiuso in perfette ed ermetiche definizioni. Sciogliamo il guscio del cuore per abbracciare sensazioni incomprese e moti d’animo senza sfondo, in un indefinito miscuglio di suoni e colori di cui dobbiamo solo mettere insieme le sfumature e viaggiare privi di una consapevole chiusura. Proviamo a vivere la speranza di sfiorare la compiutezza, apprezzando il nostro essere rapsodico, per sprofondare ed emergere più ricchi che mai di quella luce che avvertiamo e che ci offre l’occasione di vivere al meglio il nostro essere farfalla.
Cecilia Ciama
Il vivere impone dei cambiamenti naturali e necessari per completare il “viaggio”. Non importa dove si arriva. Non conta nemmeno quanto durerà. La bellezza sta nell’intensità con cui si procede, nel senso che si dà ad ogni minimo respiro e nella capacità di vedere la grandezza nelle piccole cose che si incontrano lungo il cammino. Ogni tappa è un traguardo, che rappresenta la fine di un segmento di cui resta traccia in noi e nel contempo l’inizio di un altro che arricchiremo con ciò che non è più. Le parti assemblate renderanno possibile il volo a quella farfalla che non smise mai di librarsi nell’aria nemmeno quando era ancora una larva o un bruco.