All’interno di un monastero, un insonne novizio scopre una biblioteca segreta stracolma di opere e manoscritti libertini. Alcuni di essi vengono audacemente trafugati e finiscono tra le mani del nostro narratore che decifrandoli e rimaneggiandoli per renderli accessibili, li pubblicherà infine sotto il titolo ”La biblioteca segreta del monastero”. In realtà si tratta di un espediente letterario che incornicia dieci racconti satirici in moderno stile decameroniano.
La scrittura di Felice Irrera è gradevole, disimpegnata, irriverente, senza mai smettere di essere colta. Ogni racconto intrattiene il lettore trasportandolo in un mondo “pazzesco”, regalandogli immancabilmente un sorriso, anche se amaro, e una chiave di lettura per interpretare e fuggire la contradditorità della realtà di cui, proprio come il personaggio de “Il mistero della mano rampante” – ultima gemma di questo piccolo gioiello della letteratura italiana – siamo tutti, in misura diversa, vittime?
Antonella Foderaro