
Scatto di © filosofipercaso
Nati e cresciuti in città, veniamo inconsapevolmente diseducati al rapporto con la natura.
Spesso per natura intendiamo il parco, o il lago o se siamo abbastanza fortunati da abitare su un’isola o sulla costa, il mare. Tuttavia natura è molto più di un panorama organizzato dall’uomo.
In un parco, alberi, prati, panchine, laghetti, area picnic, tutto è pensato dall’uomo in funzione dell’uomo. Il mare, i laghi, sono circondati da abitazioni, parcheggi, ristoranti e bar, insomma, si tratta di una natura in cui l’architettura, spesso abusiva, ha preso il sopravvento.
Per chi, come me, è cresciuto così, è facile avere una coscienza ecologica molto povera. Tutto si riduce spesso al disagio per strade sporche, aiuole con rifiuti e senza fiori. Quando fa troppo caldo, non penso al fatto che ci siano pochi alberi, accendo il ventilatore o l’aria condizionata. Sogno di stare in spiaggia oppure a mollo nell’acqua e tutto continua a ruotare intorno al mio personale benessere.
Se però ho la fortuna di uscire da questo circolo vizioso, grazie ad un viaggio oppure semplicemente trascorrendo qualche giorno in montagna/campagna, mi accorgo che natura è molto più di quella “povera” fetta di panorama che la città mi offre.
Animali, piccoli e grandi, grilli, lucertole, cicale, serpenti, uccelli diurni e notturni, ricci ed istrici, conigli selvatici, ranocchie, granchi, tartarughe, scoiattoli mi circondano, insomma, non sono sola e tutte queste piccole e grandi vite hanno bisogno di spazi per poter crescere e nutrirsi. Mi accorgo che natura non è un roseto rampicante su un muro o un balcone, per quanto bello, o un campo di grano, per quanto necessario, ma una collina dove fiori selvatici e arbusti di bacche, vengono lasciati crescere e nutrono api ed uccelli, dando al contempo riparo ai non visti. Capisco che senza i pipistrelli ci sarebbero troppi insetti e che senza insetti non solo i pipistrelli, ma anche molti altri uccelli, non avrebbero più nulla da mangiare. Capisco che se devio un corso d’acqua perchè irrighi un campo, cambio l’habitat degli animali del posto, privandoli di un bene necessario che dovrebbe essere condiviso. Insomma mi rendo conto di essere natura e che le mie azioni e scelte quotidiane hanno un peso, positivo o negativo (spesso solo negativo) su altre vite.
A volte pensiamo, ma cosa posso fare io se l’amministrazione non se ne prende cura e se tutti gli altri continuano a vivere allo stesso modo? Beh possiamo votare per un’amministrazione più sensibile a queste problematiche, tanto per cominciare.
Ogni azione ed ogni scelta ha le sue conseguenze, pure le mie e le tue e non è necessario cambiare il mondo, basta cambiare se stessi per poter avere un impatto positivo.
Io, nel mio piccolo, ho fatto le seguenti scelte, ma sicuramente persone più capaci, sensibili e creative di me possono migliorare la lista: evito prodotti chimici per pulire casa e lavare piatti e indumenti, in questo modo diminuisco l’ inquinamento di falde acquifere e mari; se il clima, le distanze e la salute lo permettono, cammino a piedi oppure uso la bici, quando questo è impossibile uso mezzi pubblici (bus, tram, metro, treno) e quando è indispensabile prendo la macchina (sto mettendo i soldini da parte per un veicolo elettrico che consuma ed inquina di meno pure a livello acustico!) Questo migliora anche la forma fisica oltre che la mia economia personale. Quando faccio la spesa sto attenta alla provenienza delle merci e cerco di acquistare prodotti che non necessitano voli transatlantici per arrivare sulla mia tavola. Compro, quando possibile, verdure e frutti per i quali non viene fatto uso di pesticidi, sono più cari, però bilancio consumando meno altre cose. Per esempio mi sono accorta che se non vado a mangiare fuori risparmio moltissimo e così preferisco fare una buona spesa e cucinare a casa e se proprio mi va di passare una serata diversa, prendo solo un aperitivo o un dolcetto al bar.
Riguardo l’abbigliamento evito prodotti acrilici e cerco di comprare anche in questo caso prodotti del posto direttamente nel negozio dove posso provarli e se mi vanno male cambiarli senza bisogno di spedirli. Cerco di mantenermi sempre in forma e sullo stesso peso cosi non ho bisogno di comprare di continuo taglie diverse. Se in città fa troppo caldo, invece di seppellermi in casa con il condizionatore, cerco di andare nei boschi o vicino a fonti d’acqua. Questo oltre a dare ristoro al corpo, aiuta tantissimo anche la mente, provare per credere! Mi rendo conto però che non tutti, per motivi di salute o altro, possono fare come me, in questi casi allora è importante implementare il verde dentro e fuori casa. La presenza di piccolo parchi, di polmoni verdi a breve distanza, all’interno del quartiere, favoriscono non solo la socializzazione, ma consentono anche a persone anziane di raggiungerli con facilità.
Evito di comprare cose nuove e cerco di aggiustare o rimordenare cose vecchie. Uso solo elettrodomestici con i quali posso fare più cose, in modo da non spendere soldi inutili per elettrodomestici singoli per ogni necessità (faccio un esempio, invece del frullino ad immersione, uso il tritatutto, che va bene pure per piccoli frullati, trito/frullo prima e non ho bisogno di altro). Oltre a risparmiare spazio negli scaffali, risparmio anche l’acquisto. Quando mi rendo conto che una cosa non mi serve più, chiedo ad amici se sono interessati, altrimenti la vendo di seconda mano. Evito di buttare e se proprio devo farlo, riciclo il più possibile.
Evito posti di villeggiatura lontani e prendo l’aereo solo per necessità. C’è tanta bellezza a portata di mano e di tasca che ritengo superfluo andarla a cercare in posti esotici. Per carità, sicuramente bellissimi anche quelli, ma lasciamoli godere alla gente del posto, senza incrementare lo sfruttamento di siti già abbastanza usurati dai locali.
C’è chi fa scelte molto più radicali per proteggere la natura e per queste persone, di enorme sensibilità, dovremmo nutrire solo una profonda ammirazione, senza deriderle o criticarle solo perchè non ne condividiamo le scelte per motivi diversi. Per esempio c’è chi lascia completamente la vita cittadina per vivere in campagna dove produce quanto necessario per vivere e vende i propri prodotti. C’è chi adotta una dieta che rifiuta ogni tipo di sfruttamento animale (vegani) o che evita carni e/o alcuni prodotti animali (vegetariani e semi vegetariani). Insomma, ciascuno secondo la propria coscienza, salute ed economia, contribuisce in modo diverso a salvaguardare quanto ci mantiene in vita. Infatti molti si illudono che sia il guadagno che ci mantiene in vita, ma in realtà siamo prima di tutto natura e senza un ambiente sano, ci ammaliamo e moriamo prematuramente, portandoci dietro piccoli e grandi vite, che, come noi, chiedono solo riconoscimento e rispetto.
Antonella Foderaro

Scatto di © filosofipercaso