I partiti politici moderni, intesi come libera associazione di persone che condividono la stessa visione dell’uomo e/o della società, con un’organizzazione territoriale strutturata, la volontà di cambiare la società in base alle idee (o ideologie) condivise tramite l’ottenimento del potere mediante il sostegno popolare, nascono con il diffondersi della rivoluzione industriale. Quest’ultima infatti generò l’allargarsi della classe lavoratrice ed elettorale fino al successivo raggiungimento del suffragio universale.
Ma come fanno i partiti a convincere gli elettori che le loro idee e consequente visione dell’uomo/società sono quelle giuste – non in senso assoluto ovviamente – ma per loro?
Studiando la società della quale sono in parte riflesso e della quale vorrebbero essere agenti di cambiamento. Ovviamente una profonda conoscenza della psiche umana e di come reagisce a diversi stimoli quali la paura e la speranza, aiuta nella strategia comunicativa dei partiti (e non solo).
Gli elettori votano sempre la promessa del cambiamento mai la realtà che veste scomoda e questo diventa strumentalizzabile. Pur di ottenere i consensi che assicureranno loro il potere, i candidati non avendo le capacità di realizzare i cambiamenti sperati, si concentrano sulla deformazione del reale per renderlo ancora più oscuro e minacciso. Nuovi mostri vengono creati perchè le soluzioni proposte dal partito sembrino non solo adeguate, ma giuste e necessarie, mentre i problemi concreti, quelli che l’individuo e le famiglie affrontano ogni giorno, a volte rubando ore al sonno, non vengono assolutamente presi in considerazione.
Ecco che piuttosto che proporre un piano concreto di aiuto alle famiglie, si dibatte sulla definizione di famiglia legittima, creando il mostro degli illegittimi. Invece di proporre un piano per ridurre gli spostamenti per raggiungere i posti di lavoro, diminuendo costi di benzina, inquinamento ed aumentando il tempo da dedicare alla famiglia si crea il mostro dell’immigrato parassita e stratega al tempo stesso in quanto capace di prendersi non solo i sussidi che noi cittadini non riusciamo ad ottenere ma anche il lavoro. Invece di proporre un piano per diminuire le emissioni di anidride carbonica, i consumi di acqua ed elettricità, per consentire all’agricoltura di fiorire ed a noi di goderne e affrontare con serenità la quotidianità, si aumentano i prezzi rendendo accessibili generi alimentari e servizi solo a quella parte della popolazione che può ancora permetterseli. Invece di salvaguardare e promuovere la dignità della donna la si continua a demonizzare come tentatrice, oppure a dipingere come eterna vittima o ancora come incapace di scelte autonome, libere e consapevoli. Mostri internazionali di ogni colore politico, ma anche più vicini e minacciosi (l’Europa), e non dimentichiamo il Sud, l’euro, esponenti di destra o di sinistra a secondo da che lato pende il partito in questione, sono sicuramente la giustificazione per la totale incapacità di proporre un piano di governo concreto in grado di offrire un cambiamento dignitoso non solo per tutti gli elettori, ma anche per coloro che questo diritto ancora non lo hanno (minori) e forse mai lo avranno (stranieri).
Il discorso politico ha smesso di essere realistico, basato cioè sui problemi reali che gli individui affrontano, per diventare narrazione in cui gli interessi politici strumentalizzano timori e speranze, per ottenere consensi. Alla fine votare significa scegliere una narrazione piuttosto che un’altra in base al carisma del narratore con l’illusione che ci rappresenti ma, finito il racconto, ci accorgeremo di quanto i nostri problemi quotidiani non siano per nulla cambiati, seppure la storia raccontataci sembrasse così vera.
Antonella Foderaro