Prima o poi deve succedere, accadere, le parole possono cadere e non c’è nulla da fare se non pensare. Il tempo per dedicare la giusta attenzione alle persone, alle aspirazioni, alle emozioni è una formula che produce lacerazioni. L’inizio è una materia in evoluzione, sempre allo sbando, con urti ed interruzioni, pieno di dubbi ed esitazioni. Poi, l’esplosione, il tempo che cattura l’istante, il momento così l’avvenire assume la forma del divenire, prezioso ma fragile, unico ed amabile. La malinconia si trasforma in una musica che ti concede la magia della nostalgia dove le corde del cuore scuotono il significare ed il parlare. Nonostante la luce tenti di svegliare il suono dell’ascoltare, tutto tace e nulla è in pace perché il mutare precede l’impazienza del volere e del possedere. Cartelli sparsi ovunque per indicare strade da percorrere e non scelte da disporre perché tutto è un numero che viene impresso sulla superficie delle cose. Tutte queste possibilità di conoscenza si sciolgono nel vasto mare dei desideri, i bisogni sono sottomessi alle speranze mentre i sogni sono travolti dal vento del perdurare. Così tu resti indifesa, senza muri e senza attesa, entusiasta della tua destinazione ad aspettare con trepidazione la tua costellazione. Dopo deve succedere, accadere, le parole possono vedere e non c’è nulla da fare se non aspettare.
Francesco Colia