Il motto è “purché se ne parli” … ma se il modo in cui le notizie circolano e vengono fatte circolare viene sempre a ledere chi non ha voce, allora forse è il caso di chiedersi che senso ha l’attuale modo di fare informazione e che funzione hanno i mezzi che comunemente usiamo per fare quella che sempre più siti e social network chiamano (per essere solo allo moda?) CONTROINFORMAZIONE.
E’ giusto parlare della rivolta dei forconi, ma che senso ha che gente che non vive e non conosce affatto la realtà siciliana, esprima in merito giudizi azzardati?
La verità è che chi è povero non ha diritto ad avere parola, perché anche quella gli viene rubata dal potere, dalla strumentalizzazione dei media, della mafia, dei partiti.
Se non si fa nulla ci chiamano gregge, se usciamo dal gregge ci chiamano briganti. Comunque vadano le cose in Sicilia, l’unico messaggio che viene fatto circolare è sempre quello di un popolo ignorante in balìa di forze esterne.
E’ una terra maligna … come qualcuno ha detto, però è qui che viviamo e non sarà certo sentirsi dire mafiosi e fascisti che riempirà le tasche alla gente che ha perso il lavoro e che l’unica cosa che desidera è poter mantenere la propria famiglia.
Ogni presa di posizione rischia di essere strumentalizzata da chi non la condivide o semplicemente vuole trarne beneficio a discapito di chi la propone, ma qui a Messina siamo senza benzina e i supermercati sono quasi vuoti, eppure nessuno se la prende con gli scioperanti.
Al casello dell’autostrada mi ha fermato un uomo con la faccia consumata dal freddo, mi ha detto: “la prego, ci aiuti anche lei, siamo ridotti alla fame”.
Avrei voluto abbracciarlo, poter fare qualcosa di più che sorridergli e dirgli avete ragione, quando hanno licenziato i cuccettisti delle Ferrovie ho firmato la petizione, eppure cosa è cambiato per questa gente?
Domani toccherà a me, poi ad un altro e un altro ancora.
Penso che chi muore almeno abbia il diritto di scegliere se farlo in silenzio o gridando. La violenza delle parole e delle azioni, la prevaricazione, le intimidazioni, l’omertà dei siciliani è conosciuta in tutto il mondo, la dignità, la tenacia ed il coraggio è merce che non può transitare.
Antonella Foderaro
CCC
Credo che questa realtà non sia soltanto siciliana, ma riflette la situazione di tutta l’Italia. La Sicilia è solo in breve anticipo sui tempi. E’ impensabile, nel 2012, discriminare le persone per qualsiasi ragione, in fondo siamo tutti nella stessa barca. Nessuno se ne sta fuori al freddo e al gelo senza motivo. I mass media, come sempre, sono ammucchiati altrove, per seguire una vicenda grave, ma sicuramente meno importante, dimostrando quanto sono manipolati e manipolanti. Finché ci sono persone che la pensano come te… può transitare.
Viky
Sono pienamente d’accordo con te, ormai non esiste informazione libera dal gossip o dalla manipolazione di forze fuorvianti. Berlusconi ha dato il suo imprinting per cui potremo studiare la notizia prima e dopo l’epoca berlusconiana! Gli autotrasportatori sono solo l’inizio di un lungo percorso di sofferenze e privazioni che andranno sempre a pesare sulla gente onesta che vive di lavoro. L’evasione fiscale a noi l’hanno da sempre insegnata i ricchi e tra di essi i politici in prima fila. Qualsiasi movimento di resistenza, purchè pacifico, è democratico, forse protestare e scioperare è l’unico diritto che ancora ci rimane, ma perchè sia efficace non può essere solo un episodio isolato, nè in un’isola e basta, torniamo a quei valori che tanto ci vogliono fare dimenticare: solidarietà, partecipazione, comunità. Senza cadere però negli errori orrori della Lega, già bastano loro a far ridere il mondo 😉
Bella la battuta finale sulla “merce” che non può transitare!
Donatella Quattrone
Carissima Antonella, faccio solo una precisazione: la vera controinformazione non si fa per moda e non lede chi non ha voce, al contrario è dalla parte dei lavoratori, di tutte le fascie deboli e non lancia giudizi su ciò che non conosce ma si sforza di comprendere. Io seguo e faccio controinformazione e ti posso assicurare che esistono persone che tengono siti molto seri a riguardo.
Detto questo ti dico che il tuo articolo è molto lucido e condivisibile.
Non conosco la situazione della Sicilia ma qualcosa di simile era accaduta a Reggio Calabria durante nei moti del ’70.Si tratta una pagina di storia poco conosciuta anche da noi stessi reggini tanto che molti hanno scambiato e tuttora scambiano per rivolta fascista quella che è stata la rivolta di un popolo che lottava per i suoi diritti che gli venivano usurpati.
GlòD'Alessandro
Torno e ritorno per dare una lettura sempre + approfondita di questo [tuo/ma anche mio] “punto di vista”.
Chi ha voce davvero oggi? I lavoratori che rivendicano i diritti sono trattati sempre peggio e strumentalizzati nei neuroni che fanno fatica a distaccarsi dai media che hanno preso ormai possesso della dignità di tutti noi.
Dicono che il periodo di crisi porta necessariamente ad un cambiamento, a delle migliorie. Ci credo, ma fino ad un certo punto, soprattutto in questo bruttissimo periodo dove la meritocrazia ha abbandonato il suo vero senso.
Positivo è tuttavia che la gente (i briganti, ma altro che briganti, perchè sono coloro che ci aprono le frontiere ad una rivoluzione di rivalutazione epocale!!!) finalmente ha iniziato a prendere i cosiddetti forconi, e le persone intorno non sono infastidite, ma solidali…. se poi vogliamo vedere e porre attenzione al “singolo” che senza un prodotto fa storie… beh, allora ancora “non abbiamo capito nulla”; ma non è questa la rivoluzione epocale, appunto, è il disinteresse di chi guarda e ascolta a non guardare ed ascoltare ciò che per forza vogliono farci credere che tutta ‘sta sommossa è sbagliata.
[Ed appoggio il lavoratore stremato e usurato dalle tasse e dalle spese che servono a mentenere solo la casta…]
Grazie, Foderà. Con stima, Glò
Elena
Da lontano tutte queste voci sulla mia terra mi spaventano. Non vorrei tornare a breve per trovarla cambiata. Ho firmato anch’io la petizione per il licenziamento dei cuccettisti, e vedo che oltre la sensazione che suscita l’idea dei traporti fermi e delle auto senza benzina, nulla si muove seriamente per risolvere la situazione. Qui non arriva nulla di tutto ciò, non può essere una guerra separatista.
mario caramel
Cara Antonella è veramente bello leggerti e sentire passione e dolore in quello che scrivi, succede così raramente, proprio tu che dai sempre tanto spazio a tutti noi, non ne dai altrettanto a te stessa, eppure qui hai fatto per me della vera Informazione o Controinformazione chiamala come vuoi.
Io mi trovavo in Grecia quando movimenti simili a quello dei forconi e con in testa gli autotrasportatori hanno cominciato a fermare il Paese. I supermercati vuoti, i distributori senza benzina, le code, sono diventati parte della vita della gente e anche in Grecia si diceva che dietro c’era la destra e anche la mafia, ma presto a protestare arrivarono i pensionati, le casalinghe, e tutto il popolo, inclusi i cani (divenuti poi famosi nel web). Leggendo il tuo articolo ho capito che anche in Sicilia il popolo è sceso in piazza non per preservare dei privilegi (come forse fanno gli autotrasportatori) ma per reclamare il diritto di esistere e di vivere una vita dignitosa e allora poco importa chi ha acceso la miccia, tra l’altro non è che quelli che si chiamavano indignati fossero liberi da influenze esterne, almeno in Italia, e si sono lasciati criminalizzare in un batterdocchio.
Hai ragione poi quando affermi che certe merci transitano più facilmente di altre, ma fuori dall’Italia invece sono conosciuti e apprezzati proprio dignità, tenacia e coraggio dei siciliani tanto da rendere fieri tutti gli italiani