(Immagine Richard Westall)
Per capire cosa mi passa per la mente, forse è fondamentale raccontare prima una storia..
Nel 399 a.C ad Atene, partì il processo contro uno degli uomini più straordinari che la terra abbia avuto… Tale Socrate.. quello che colpisce della figura di Socrate è a mio avviso, la sua eccezionale normalità di uomo.
Dietro ogni persona che è rimasta negli annali della storia, è sempre parso esserci una forza invisibile che li guidava nelle loro imprese… in Socrate invece si può ammirare l’incredibile semplicità di un uomo, ligio alle leggi, pieno di domande e che non scrisse nulla di suo pugno proprio perché a lui non interessava avere adepti o tramandare qualcosa ai posteri… a lui interessava conoscere il più possibile e cercare di servire la sua città (pochi sanno che Socrate durante le guerre del Peloponneso fu uno dei soldati più audaci, forti e resistenti!!!)
Detto questo ci si potrebbe domandare, perché è partito un processo contro di lui e soprattutto perché fu condannato a morte??? Come hanno affermato tanti storici, non c’è modo di capire anche dopo 2400 anni il perché di questo gesto.
L’unica spiegazione che sembra possibile è quella del dubbio….
Socrate affermava che non ci fosse nessuno che sapesse realmente qualcosa, e che le verità in senso assoluto non erano vere se non nella misura in cui qualcuno poteva comunque discuterle ed esperirle.
In una società umana, dove il male di vivere e le incertezze sono spesso cause di depressioni e dolore; la scienza, la religione e tutti i movimenti culturali e sociali mirano alla ricerca di certezze e stabilità, mirano, come farebbe un organismo malato, al ripristino di quell’omeostasi necessaria ad una vita tranquilla.
Se un uomo del carisma di Socrate, dice che nessuno sa veramente qualcosa, e che il vero saggio e colui che lo capisce e cerca ogni giorno di farsi nuove domande per arricchirsi di esperienze più che di risposte, allora quest’uomo è un piccolo cancro della società… la società 2000 anni fa come oggi è in cerca di risposte non di domande, le domande sono nulle se fini a se stesse, le domande senza risposta non esistono, esistono solo risposte che devono portare ad un profitto o risultato. Ma allora eliminato Socrate, eliminate le domande, si elimina il problema incertezza il problema dubbio??
A quanto pare no, infatti, pochi giorni dopo la morte di Socrate, gli ateniesi si pentirono della loro scelta, mandarono in esilio Anito e Licone e condannarono a morte Meleto (le 3 persone che iniziarono il processo contro Socrate) e inoltre tutti i ginnasi i teatri e le palestre furono chiuse a lutto… Quei pochi che avranno letto fino a qua si staranno chiedendo.. ma dove vuole arrivare??
Voglio dire che l’uomo è pieno di dubbi o almeno che pochi uomini hanno ancora il coraggio di farsi delle domande. Mi sto rendendo sempre più conto che le risposte invece di arricchire l’uomo lo stanno letalmente affievolendo, l’essere sicuri di poter rispondere ad ogni cosa e il non sapersi più arrovellare dietro una domanda è diventata come una Spada di Damocle che pende sulla testa di ognuno di noi.
Damocle era un principe alla corte del tiranno Dionigi,e un giorno disse al suo tiranno che lui era tanto fortunato ad avere tutto quel potere… allora Dionigi decise di dargli la sua posizione per un giorno…Damocle inizialmente si sentiva tanto forte, così potente in quella corte tutta per lui.. ma poi capì che una spada gli pendeva sulla testa, e che le minacce e le insicurezze portate da un grande potere gli facevano improvvisamente perdere il gusto per i banchetti per le feste e per il potere di Dionigi. E’ proprio così oggi, le risposte la tecnologia le comunicazioni, internet, sono un grande potere, ma questo grande potere genera di per contro una grossa responsabilità, che troppo spesso si abbatte su quelle persone più fragili che non essendosi mai fatte domande, non sanno essere indipendenti di fronte al dubbio. Sono da sempre attanagliato dai dubbi e ultimamente tante situazioni mi hanno scalfito e fratturato quell’armatura che negli anni ho saputo costruirmi intorno alla mia persona e alle mie emozioni, le crepe in quest’armatura, hanno generato delle ferite, che hanno come lacerato quelle piccole certezze che avevo ed ogni giorno sembra che crescano le incertezze e le paure e diminuiscano quelle verità che prima mi sostenevano alla grande.
Due sono le cose: si ammazzano i dubbi come gli ateniesi hanno fatto con Socrate, ma poi c’è il rischio di pentirsene e non saper e poter tornare più indietro; oppure si cerca di vivere giorno per giorno il dubbio, cercando di affidarsi alle proprie responsabilità, senza desiderare di essere qualcuno di più ricco o potente come Damocle, perché immagino che dal pastore al re, tutti abbiamo la nostra spada che pende all’altezza della nostra testa.
Davide Mangani