Quanti spazi dobbiamo evitare, schivare per restare intimamente legati al nostro essere, quello raccolto nel sonno, nel cuore del respirare? Il fiato corto di parole, il corpo esule da contatti non lasciano tracce così i piedi camminano senza una destinazione precisa mentre i pensieri tramontano nel lontano orizzonte del tempo. Qual è la direzione, il punto su cui ripiegare tutta la nostra attenzione? Coste invase da silenzi, spiagge lontane dal mare così lo sguardo preme sul ricordo. La polvere ricopre gli oggetti per nasconderli? Rubare la gioia al dolore, alle fermate perse nella brezza del dimenticare così da ricucire i momenti perduti, il momento. L’istante scava nella mente, demolisce senza volerlo volti e racconti così interminabili pause strappano quei piccoli desideri nascosti in scatole di cioccolata. Possiamo restare incollati alle foglie, aggrappati agli occhi, possiamo abbracciare i passi ma l’acqua cadrà sempre sulla nostra testa. Mentire alle paure non per paura ma perché lasciare non è soltanto una scelta ma un passaggio. Sassi sparsi sul ciglio del cuore mentre la fiducia si affida ad un’altra pagina, dipinto di sole e nuvole di stoffa. È possibile trascurare ciò di cui possiamo fare a meno? Pelle sporca di salsedine, occhi chiusi dal suono così quell’aeroplano di carta con motori accesi di entusiasmo, vola lentamente verso sogni infiniti.
Francesco Colia
“Rubare la gioia al dolore, alle fermate perse nella brezza del dimenticare”
Uno scritto bellissimo Francesco, delicato, che fa sentire la frattura del canto, ma allo stesso tempo la volontà ferma di non rimanere in silenzio, di volare verso il nuovo.
Molto bella anche la foto!
Una riflessione che sento mia. Ancorati con appigli tenaci a fragili speranze, ci muoviamo in più direzioni, spinti da piedi incerti che conducono in uno spazio tangibile e noto, ma tanto distante perché estraneo, lontano, nemico. Contemporaneamente, in ritagli di tempo, avanziamo verso il “luogo” voluto per cercare di dare un senso al nostro essere. Ci accontentiamo quindi di momenti, all’interno di parentesi, e lì restiamo, anche se poi continuiamo a procedere nel quotidiano come se nulla fosse. Il ricordo e l’attesa rendono l’attimo infinito, utile per alleggerirci di quel fardello che un esistere creato da norme sovrane ci impone. E lente passano le ore che divengono giorni, mesi, anni finché non ci accorgiamo che la vita vera è rimasta racchiusa in quella breve parentesi: il sogno di un attimo, il respiro del cuore.
Grazie, Francesco.
Lù
Qual è la direzione? Se non la si conosce o la si smarrisce si rischia di disperdersi ed il canto si spezza. L’essere umano però ha risorse inesauribili, spesso ignote, che ignote non resteranno (:D) perchè l’entusiasmo del nuovo gonfia sempre le vele della fantasia e della speranza, offrendo altre pagine da colorare e scrivere!
Molto bella la tua riflessione, GRAZIE 🙂
Siamo tutti in balìa degli eventi?