L’acqua non ha inizio o fine.
Il mare è intorno a te e dentro di te.
Il mare è la tua prima casa.
Il mare dà e il mare toglie.
Avatar 2 – La via dell’acqua
I pensieri cercano di rallentare il tuo cuore, non possiamo subire alterazioni, tutto si deve arrestare per non portare lacerazioni. Il silenzio non sarà un richiamo respinto ma un respiro costante così dondolati dal profondo del mare i suoni e le immagini saranno cornici del buio. Si galleggia nello spazio, in una dimensione ancestrale, ricordo lontano di un’uscita in-attesa. L’acqua come nuvole esplose apre orizzonti inaspettati. La direzione è una caduta libera e spaventosa ma la quiete soffoca dubbi ed inquietudini. Il corpo non segue i movimenti, è il trionfo del pensare mentre annega nel domandare. Trascinati negli angoli più remoti, dove le regole sono reti senza pesci, restiamo intrappolati nel centro vitale del sentire. La luce si allontana come un uccello in volo verso regioni calde e distanti, l’aria è un rumore assordante. Sono i luoghi del nascere, della memoria e del perdono. Tutto è amplificato, nulla resta nella fugace superficie del dissentire, si è in armonia con la passione e la delusione. Immersi nella libertà più sincera e potente ci tramutiamo in fragili scogli, arditi bersagli di echi vagabondi. Flebili come la fiamma di una candela esaurita deflagriamo in piccole molecole di solitudine. La parola si sveste delle sue ambiguità e ritorna alla sua singolarità, forma di energia di una condizione colma di pazzia. Cosa vedono gli occhi? Cosa sentono le orecchie? Il tempo è una lancetta che sovrasta l’ignoto, estensione di un mondo che pretende solo ripetizione così l’acqua cristallizza i pensieri, schernisce le paure, è il momento della comprensione. Le conchiglie si ammassano nelle cantine del passato, l’abisso è un quadro dipinto dall’universo, forme di vita celate nell’oscurità. Lentamente si risale anche se il corpo vuole restare e sperare nei segreti del pensare come se fosse una culla dove sognare ma è vano ogni tentativo di capire perché l’unico eco che puoi sentire è un grido strozzato dal mentire. L’aria è vicina, il silenzio è rotto come un bicchiere caduto in terra, vetri sparsi ovunque, piccole scintille che graffiano il cuore e tu non puoi fare altro che respirare, forte come una roccia corrosa ed abbandonata, ma tu non puoi fare altro che continuare a respirare, uscire e sdraiarsi sulla sabbia del dimenticare.
Francesco Colia