
Forme di Francesco Colia
Le forme possono aderire alle cose, ai pensieri così l’incompatibilità si trasforma in un fumoso gioco di abilità. Molte cose si nascondono ma non è la polvere che le ricopre bensì l’incertezza. Tutto sembra ruotare senza gravità, cadere nelle gracili banalità, eppure l’energia non si esaurisce per l’intenzionalità ma nelle dimore del tempo. Spesso il cielo si squarcia dietro una montagna di nuvole, sono lampi di solitudine, sassi lanciati nel vuoto che illudono e non deludono. Il telo strappato del senso si diffonde come una pioggia ossessiva, è il tessuto del vissuto che non ti ripara dalle frasi povere e nude.
Le forme possono confondere la realtà perché è più facile restare che andare così l’incomunicabilità si camuffa in proposte prive di risposte. Tutto sembra dimenticare cosa vuol dire abbracciare, alzarsi nei gusci pieni di ricordi come se nulla fosse cambiato ma solo addormentato.
Talvolta la terra è soltanto un luogo da calpestare, pietre dure che intralciano solo il tuo pensare. È una stupida forma di aggressione in difesa non di una preziosa emozione ma soltanto di un piccolo grido di disperazione.
Le forme possono mutare nel tempo, nel perdurare e nello scorrere delle lettere, corpi fragili di un foglio opaco, destinate ad essere ostaggio di uno spazio rumoroso e tenebroso. Così si perde la bussola del sentire come se fosse l’unica scelta da capire perché i sensi non fanno altro che impazzire e tu resti travolto dal mare dell’apparire. È una stupida forma di desolazione in perfetta sintonia con l’attenzione ma il silenzio riscatta ogni direzione e così si perde il lume della ragione.
Le forme possono assumere i tratti dell’indifferenza, nella totale assenza, il volto e la parola fuggono dalla presenza per ritornare solo come accadimento. Lontani, nel corpo e nel linguaggio il comunicare diventa un riflesso, volo di un uccello ferito, in viaggio su ali di cera e senza un senso preciso. Così la priorità non è per l’amabilità ma la banalità, restare dietro ogni evento perché tutto è sopravvento mentre il vento è soltanto un velo di tristezza. Le forme si fermano all’abbandono, nella dimenticanza, nella distanza e tutto non aderisce se non in una semplice mancanza.
Francesco Colia