Changes
L’alieno Faraday descrive l’umanità…
Questa è la mia voce umana…ciao, spero che questo segnale ti raggiunga su Anthea…sai spero, è una parola che tu non conosci. Sulla terra ti chiamerebbero moglie. La nostra prole verrebbe invece chiamata, figli. Quando vi ho lasciato non ho avuto incertezze né provato dolore, esisteva solo la missione per me. Ma adesso mi sta succedendo qualcosa di impossibile, emozione, emozione umana e non è un concetto applicabile su Anthea. Il mio esperto Thomas Newton usava questi segnali televisivi per comunicare con sua moglie come io sto comunicando con te. Ti invio questo messaggio per spiegarti quello che mi sta capitando. A quanto pare, a poco a poco io sto cambiando…così ho intrapreso uno studio su cos’è che fa essere umani, gli umani… su Anthea noi automi viviamo senza scegliere, non esistono decisioni né alternative, nessuna varietà o preferenza, esistono compiti assegnati e il loro adempimento mentre qui sulla terra la quantità di scelte che gli umani si concedono fa girare la testa…qui le crisalidi si chiamano bambini, perfino loro possono scegliere. Ai nostri figli insegniamo ad obbedire mentre questi bambini sono piccoli provocatori di caos…c’è un’altra cosa che hanno qui, la chiamano, felicità. È in assoluto la sensazione terrestre più positiva nella gamma delle emozioni. Per quanto sia dirompente pare che sia il fine ultimo degli umani, è piuttosto comune e data per scontata ma nello stesso tempo è rara ed elusiva. Moglie, ad un certo punto ho desiderato, questa è un’altra cosa che fanno qui, ho desiderato che la provassi anche tu. Mi chiedo se gli antheani l’abbiano mai provata ma una parte di me si chiede anche se non sia una fortuna non provarla perché da quando mi trovo sulla terra ho imparato che ha un prezzo, quel prezzo è il dolore. Il dolore è un predatore…Su questo pianeta esiste un concetto chiamato “selezione naturale”, vuol dire che le variazioni del comportamento aumentano la capacità dell’essere di sopravvivere o di perire e riferito agli umani è particolarmente vero…di contro però ci sono queste persone (Da Vinci, Johnson, Lamarr, Tesla, Charles, Curie, Carver, Picasso, Darwin, Hamilton, Latimer, Michelangelo, Pythagoras, Turing) ogni generazione mette al mondo una piccola serie di geni che permette loro di vedere nuovi mondi. Tutti gli umani intorno a me vivono nella paura della paura e di conseguenza producono ossitocina o endorfine oppure copulano, vanno in letargo o assumono farmaci per riuscire a frenare la reazione alla paura, la paura di fallire, la paura della morte, la paura del caos provoca negli umani la perdita di controllo. La paura è aggrovigliata ad una cosa chiamata vergogna che pare sia la loro costruzione mentale più distruttiva. La vergogna è paura verso se stessi, paura di ciò che chiamano il proprio io, questo è un concetto che non riuscirai a capire. Rappresenta il senso dell’identità individuale, sii paziente moglie, è tutto collegato da un filo. Ogni umano ha un proprio io, fino ad ora non l’avevo mai avuto, su Anthea noi nasciamo come esperti o automi, esistiamo soltanto per servire la collettività ma qui l’io è una cosa che plasmano ogni minuto, ogni ora e per quanto sembri sconcertante non sanno mai se fanno la cosa giusta…credono che l’io esista in relazione a qualcosa di più grande, qualcosa che non hanno bisogno di vedere, loro la chiamano fede…espressione, improvvisazione, tutto ciò che nella vita si pone tra quello che provi e quello che puoi esprimere a parole, che hai sulla punta della lingua, che non riesci a toccare, comunione silenziosa, botta e risposta. L’Improvvisazione segue solo una regola, non bisogna fermarsi. Gli umani hanno l’abilità di improvvisare, di infrangere lo schema e crearne un altro all’istante senza un progetto né un’apparente utilità…quindi Dio, la preghiera. Il Dio antheano è il progresso, l’efficienza, è questo che noi veneriamo. Ci siamo mai fermati a chiederci, a che scopo? Gli umani lo fanno, se lo domandano in ogni momento, quando interagiscono, ad ogni alba perché il loro Dio è il senso. Le cene insieme hanno un senso, la carezza di un padre ha un senso, la forza di una madre ha un senso. Quando ho cominciato questa trasmissione mi sono chiesto, qual è il modo in cui l’umanità può essere utile a qualcosa? Qual è il suo ruolo nell’universo? Ora lo so, dando un senso al momento, quel momento può diventare eterno, l’umanità è quantistica, l’umanità è jazz e moglie, ed è bellissimo.
Estratto della VI puntata “Changes” tratto dalla serie “The Man Who Fell to Earth”.