
Les Bulles de Savon – Erté, 1918
I social media, proprio perchè così estensivamente usati per comunicare e ricevere informazioni, sono diventati uno strumento per influenzare opinioni e decisioni.
Avere opinioni diverse e la possibilità di poterle esprimere è indubbiamente un diritto, ma può capitare, vista l’enorme quantità di notizie cui siamo quotidianamente sottoposti, che le nostre opinioni vengano influenzate da una informazione falsa oppure comunicata in forma tale da provocare una reazione.
Sicuramente vi è capitato di essere fraintesi a causa di un difetto di comunicazione, ma quante volte vi è successo quando era una terza persona a fare da tramite tra le vostre parole o idee ed il destinatario del vostro messaggio?
Ora pensate quante mediazioni attraversa una informazione destinata ai social media.
Pensate ad un’intervista.
Vi vengono fatte delle domande e voi rispondete al meglio delle vostre capacità per evitare ogni ambiguità. Ma le domande che vi sono state fatte erano chiare? Erano domande neutre o vi hanno spinto a prendere una posizione, a difendere un principio, ad attaccare un avversario, ad esporvi? Le vostre parole sono state fedelmente trascritte? Ed il titolo dell’articolo o post condiviso sui social rispecchia il fine per il quale siete stati intervistati?
Ora provate a cambiare ruolo. Voi siete i lettori dell’intervista. È il contenuto che leggete sufficientemente contestualizzato? Sapete chi è e cosa fa la persona intervistata e perchè ha rilasciato quell’intervista? Cosa sta cercando di dirvi quella persona? E cosa sta cercando di dirvi l’intervistatore? Hanno entrambi lo stesso fine o l’intervistatore ne ha uno completamente diverso rispetto alla persona intervistata?
Fermiamoci a questo esempio e proviamo ad immaginare che questa intervista abbia una enorme risonanza sui social. Qualcuno la legge e la fraintende, qualcuno la distorce di proposito, altri la ridicolizzano facendone un meme. A qualcuno arriverà solo il meme, a qualcun altro solo l’interpretazione di chi ha frainteso o distorto.
Ecco che una notizia vera, cioè l’intervista che voi avete rilasciato con un fine ben preciso, già sottoposta a mediazione umana (l’intervistatore) si è ulteriormente trasformata nella mediazione fatta dal mezzo usato per comunicarla, che non è la carta stampata, sulla quale non si possono rimandare in circolazione interpretazioni personali o manipolazioni.
In un simile scenario diventa effettivamente difficile orientarsi, anche perchè le informazioni sui social vengono spesso presentate in modo da permettere un veloce consumo e non una riflessione accurata.
Qualcuno potrebbe chiedersi perchè è importante fare una riflessione accurata.
Perchè nessuno vuole fondare le proprie opinioni e decisioni su menzogne.
Credere alle menzogne rende infelici e scegliere uno stile di vita o un’azione piuttosto che un’altra perchè abbiamo creduto ad una menzogna presentataci come vera, ci porta a conseguenze completamente diverse dalle nostre aspettative.
Antonella Foderaro