Secondo quanto scritto da Carlo Rosso qui la ragione della paura degli uomini nei confronti delle donne andrebbe ricercata nel “timore fobico che essi provano per le loro emozioni”.
Tuttavia, è legittimo chiedersi se, questo ”timore fobico” sia sufficiente a giustificare secoli (o sarebbe più corretto dire millenni) di azzeramento storico della voce femminile, resa udibile solo in quanto esemplificazione della disgrazia.
Poichè l’interpretazione di un valore, così come di un diritto è dipendente dalla cultura (Wiesand, et al., 2016, p. XXV), viene altrettanto legittimo chiedersi quale immagine della donna gli uomini abbiano “promosso” nel corso dei secoli e perchè certi modelli piuttosto che altri siano stati accettati e continuino, ancora oggi, a venire rinforzati.
Natalie Haynes, scrittrice britannica definita dal Washington Post come una “rock star mythologist”, una rock star della mitologia, ha con successo fatto luce su questa domanda, investigando i classici della letteratura greca e latina e puntando letteralmente i riflettori su donne infaustamente note della classicità.
Il canto di Calliope, libro disponibile in italiano e del quale troverete un’ottima recensione qui è senza dubbio imperdibile così come il più recente “Pandora’s jar” (2020), “Il vaso di Pandora” attualmente disponibile in inglese.
A quest’ultimo, vorrei dedicare qualche parola. Il libro prende titolo dal primo personaggio mitologico della carrellata, Pandora. A differenza della biblica Eva, con la quale Haynes la paragona, di Pandora non ci è pervenuta nessuna parola. Eva, creata direttamente da Dio dalla costola di Adamo (secondo Genesi 2,18-25), differisce da Pandora creata per mandato di Zeus da Efesto ed Atena, direttamente plasmata dalla terra (secondo Esiodo, Teogonia). Il motivo della creazione è anch’esso diverso: nel racconto biblico Dio crea Eva perchè l’uomo languiva nella solitudine, quindi aveva bisogno di una compagnia che gli fosse simile. Zeus invece ha un proposito malevolo: pareggiare i conti con l’umanità agevolata fraudolentemente da Prometeo con il dono del fuoco.
Di Pandora non si conoscono nè le intenzioni, nè i pensieri. Agisce per curiosità, ingenuità o per malizia aprendo il vaso? E cosa di fatto contiene e viene liberato/trattenuto?
Pandora, della quale ci viene spiegato tutto questo insieme all’origine del nome, la genealogia e la storia attraverso i testi dei classici, con riferimenti alla storia dell’arte, del cinema e della musica, così come sarà per le successive figure femminili (Giocasta, Elena, Medusa, etc…), diventa emblema della disgrazia, capro espiatorio muto di colpe non commesse, ma a lei volute attribuire dagli uomini, per errori di traduzioni, interpretazioni, ma non solo.
La scrittura di Haynes è etremamente piacevole e vivace riuscendo a veicolare contenuti importanti con leggerezza ed ironia. Libro gradevolissimo e adatto a tutte le età è caldamente raccomandato nei licei classici e scientifici, ma anche a tutti coloro che hanno paura delle donne e non sanno bene perchè nonchè alle donne stesse, che ancora oggi, si attribuiscono ed espiano colpe mai commesse.
Antonella Foderaro
Bibliografia
Wiesand, A. J. et al. (2016) Culture and human rights: the Wroclaw commentaries. [Online]. Berlin, [Germany]; De Gruyter.
Haynes, N. (2020) Pandora’s Jar. Picador (www.picador.com)