Revolutionary Road è un film del 2008 che ha come protagonisti principali Leonardo Di Caprio e Kate Winslet. Pellicola diretta dal regista Sam Mendes (American Beauty, Era mio padre) è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo dello scrittore Richard Yates. La storia racconta le vicende familiari di una giovane coppia americana degli anni cinquanta. Il tema che insieme affronteremo è l’illusorietà del progresso e del benessere all’interno della società ed avrà per titolo Il controllo delle giacenze.
Come ci vediamo all’interno della società?
Ognuno di noi, spesso senza volerlo, cerca di trovare un ruolo preciso nell’ambiente in cui è cresciuto e si è formato. Ci costruiamo con il tempo un’immagine che sia conciliante con il maggior numero di persone e ci preoccupiamo di indossare “costumi” e “parole” edificanti per un simulacro accettabile e accettato dalla collettività. Tuttavia, questo tentativo di apparire qualcosa di riconosciuto e allo stesso tempo “diverso” è sorretto da una grande illusione.
Mrs. Helen Givings: Mi ricordo il primo giorno in cui siete scesi dal treno, non eravate come gli altri miei clienti, eravate … diversi, sembravate … speciali, naturalmente lo siete ancora.
Qual è la vera ambizione di un uomo?
È difficile tracciare la propria strada e restare fedeli ai propri sogni e alle proprie ambizioni quando si accede alla dimensione civilizzata della “comunità umana”. Quando veniamo “corrotti” dai meccanismi del benessere perdiamo, non di rado, il vero sentire e il vero vedere per vestire dei panni già pronti e appesi al nostro vivere quotidiano.
Frank Wheeler: Le persone sono vive lì, non come qua. Io so solo April, che voglio sentire, sentirle … veramente, capisci? Che te ne pare come ambizione?
Sentiamo ancora … veramente?
La cosa terribile della nostra esistenza collettiva è la lenta e inaspettata perdita del nostro aspetto più puro e sognante. Il nostro animo è un bosco rigoglioso, pieno di vita e aspettative e quando ci pieghiamo all’illusione del vivere pre-confenzionato non siamo più capaci di vedere quel posto che fino a poco tempo prima aveva illuminato le stanze più belle della nostra immaginazione e del nostro respirare.
Corriamo il rischio di essere tutti uguali?
April Wheeler: No Frank, è questo che non è realistico, non è realistico per un uomo dalla mente sveglia continuare ad applicarsi anno dopo anno a un lavoro che non sopporta, tornare a casa in un posto che non sopporta, da una moglie come lui incapace di sopportare le stesse cose. E vuoi sapere la parte peggiore? Le nostra intera esistenza qui è basata sulla grande premessa che noi siamo speciali e superiori a tutto il resto, ma non lo siamo, siamo tali e quali agli altri. Guardaci, abbiamo accettato la stessa ridicola illusione, l’idea che uno deve ritirarsi dalla vita e sistemarsi nel momento in cui ha dei figli … e ci stiamo punendo a vicenda per questo.
Il dono più prezioso che un uomo possa ricevere è la sua stessa vita e la nostra mente, il nostro corpo sono in grado di raggiungere ed ottenere l’unica cosa che può dare un senso alla nostra presenza: l’essere. Si è qualcosa quando tutti gli elementi che vivono dentro di noi e si precipitano nel grande mistero del mondo e dell’universo, sono e bruciano della loro essenza più vera, quella dell’aver dato seguito alle proprie aspirazioni esistenziali.
April Wheeler: Ascolta, ascoltami bene, è quello che sei che viene soffocato, è quello che sei che viene negato e negato in questo genere di vita.
Frank Wheeler: Sarebbe a dire?
April Wheeler: Non lo sai tu? Sei la cosa più bella e preziosa che c’è al mondo, sei un uomo.
Perché soffochiamo la nostra anima?
Cosa ci attrae?
John Givings: Vede, ho un sacco di domande da fare e sono disposto a pagare per le risposte.
Confondiamo il nostro benessere interiore, le nostre stelle più brillanti con l’illusione delle cose. Cerchiamo spasmodicamente un riconoscimento per affermare davanti alla comunità che contiamo qualcosa, che anche noi valiamo quanto la merce in commercio. Tutto questo a costo di pagare un prezzo, alla nostra dignità di essere umano, molto elevato.
John Givings: Se uno vuole giocare alla casa deve trovarsi un lavoro, se uno vuole giocare alla casa molto carina, una delizia di casa allora deve avere un lavoro che non gli piace.
Dunque, per ritrovare noi stessi dobbiamo fuggire?
Dobbiamo avvertire la disperazione, dobbiamo capire che sentirsi intrappolati in un disegno precostituito non è sufficiente per cancellare l’inganno della quotidianità. Il vuoto che ci afferra nei momenti di smarrimento non ci permette ancora di intravedere delle uscite d’emergenza finché non sentiremo la disperazione di non star vivendo la nostra vita, ma la vita.
John Givings: Allora una coppia come voi due da cos’è che deve scappare?
Frank Wheeler: Forse stiamo scappando. Noi scappiamo dal vuoto disperato di tutta la vita qui, giusto?
John Givings: Il vuoto disperato … ora l’ha detto, molte persone sono coscienti del vuoto ma ci vuole un gran fegato per vedere la disperazione.
Ecco allora che gli unici gesti riconosciuti veri e sinceri dal nostro essere ambizioso vengono ritenuti dalla moltitudine folli. Tutto quello che apparentemente può sembrare assurdo e ridicolo, tutto quello che percepiamo più vicino a quell’imperativo che cullavamo nei nostri sogni più autentici viene confinato nella stanza della pazzia.
April Wheeler: Se essere pazzi significa vivere la vita nella sua pienezza non mi interessa se siamo fuori di testa.
Così la società ci offre qualche buona chance per ottenere quel riconoscimento tanto agognato dalla vita rappresentata nei plastici. L’architettura del nostro vivere si traduce in una casa, un lavoro, un luogo di divertimento, una famiglia e non dobbiamo assolutamente perdere quel treno offertoci altrimenti ci sentiremmo di “seconda scelta”.
Bart Pollack: Frank voglio dirle una cosa che mio padre disse a me. Un uomo ottiene solo un paio di occasioni nella vita e se non le afferra per le palle dopo un poco si ritrova a chiedersi com’è che è diventato una seconda scelta.
Quali sono le domande che potrebbero illuminarci?
Frank Wheeler: Sapere cos’hai, sapere cosa ti serve, sapere di cosa puoi fare a meno – questo è il controllo delle giacenze.
Il controllo delle giacenze è l’essenza della vita autentica. Tutto ruota intorno a questa breve riflessione del protagonista. Fare un’analisi su quello che abbiamo, desideriamo e quello di cui possiamo fare a meno, perché sono tante le cose di cui possiamo fare a meno. Per questo si corre il pericolo di trovarsi in nulla, si lambisce il nulla per non fallire mentre la vita che si desiderava va spegnendosi lentamente.
April Wheeler: No, non vuoi, perché non ti sei mai trovato in nulla e se non ti trovi in nulla, non puoi fallire … ci vuole spina dorsale per vivere la vita che vuoi Frank.
Mentiamo a noi stessi per evitare il baratro dell’insuccesso?
Molte volte non ci rendiamo conto di quante cose inutili ci circondano; siamo talmente accecati da quello spazio di approvazione, da quel manifesto apparente di benessere che dimentichiamo la verità. Diventiamo bravi a mentire con il mondo ma in particolar modo con noi stessi perché vivere la vita che si vuole richiede una grande spina dorsale. La pazzia, l’insuccesso, la verità sono allontanate come fossero delle malattie incurabili, come se fossero le cause della nostra insoddisfazione.
April Wheeler: Non mi serve tutto quello che abbiamo qui, a me non interessa dove vivremo, insomma chi le ha stabilite queste regole? … dimmi la verità Frank, te lo ricordi? Era la nostra regola di base e lo sai cosa c’è di bello nella verità? Tutti sanno qual è, per quanto a lungo ne abbiano vissuto senza, nessuno dimentica la verità Frank, si diventa solo più bravi a mentire.
Qual è la vera ragione del nostro nasconderci?
Ci nascondiamo per paura, abbiamo il timore che riconoscere un fallimento sia il sintomo di un insuccesso mentre non ci rendiamo conto che questa è una stupida superstizione. È falsa la pretesa di credere che il fallimento sia la causa del male di vivere. Nello sbagliare e nel fare le cose che crediamo più vere, per folli che possano sembrare, si celano i sogni degli uomini ambiziosi di sentire le cose. La stoffa più pregiata è quella cucita dal nostro essere e non dalle illusioni che vengono quotidianamente gettate in pasto all’uomo.
John Givings: Va bene, va bene, è una questione di denaro, il denaro è una buona ragione. Non è quasi mai la vera ragione … qual è la vera ragione? … sapete una cosa? Non sarei affatto sorpreso se lui l’avesse infornata a posta per trascorrere il resto della sua vita a nascondersi dietro un abito prémaman così non dovrà mai scoprire di che razza di stoffa è fatto veramente.
Dunque, dobbiamo apprezzare quello che facciamo nella misura in cui riesce ad essere espressione fedele della nostra interiorità.
April Wheeler: Devi apprezzare quello che fai Frank, è evidente che sei bravo a farlo.
Francesco Colia