Into the wild, pellicola del 2007 diretta dall’attore Sean Penn, racconta la straordinaria storia di un ragazzo, Christopher McCandless, il quale senza un soldo in tasca, si avventurò per circa due anni tra gli Stati d’America, fino ad arrivare in Alaska, in cerca di esperienze e risposte. È doveroso segnalare la strepitosa colonna sonora realizzata dal leader dei Pearl Jam, Eddie Vedder. Questo “appuntamento” con CineSofia, dal titolo di Un bus in viaggio per l’Ovest, tratta il tema della libertà e del desiderio di ricerca.
Spesso confondiamo il concetto di libertà con la volontà di fare ciò che ci pare e abbandoniamo il suo senso più autentico tra le parole e le spiegazioni. Abbiamo una visione alterata di un termine così emotivamente versatile che più che definire, scuote l’anima.
La libertà è un concetto, uno stato o cosa?
Senza cadere in facili ipocrisie o fraintendimenti è necessario fare una distinzione tra la “libertà-sociale” che reclamiamo all’interno di una società, che spesso rifiutiamo, e la libertà di spirito, di idee e di animo che ognuno di noi ha nel proprio cuore. Paradossalmente sembrano proprio le cose ad “imprigionarci” in un ambiente (la nostra “casa”) che riconosciamo ostile e troppo stretto per i nostri sogni.
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): Non mi serve una macchina nuova, non la voglio una macchina nuova, non voglio cose, sempre cose, cose, cose, cose.
Eddie Vedder dalla colonna sonora – traccia 8 – Society: Quando vuoi più di quello che hai, pensi di avere bisogno | Quando pensi più di quello che vuoi, i tuoi pensieri cominciano a svuotarsi | Penso di dover trovare un posto più grande | Perché quando hai più di quello che pensi, hai bisogno di più spazio | Società, sei una razza folle | Spero che tu non sia sola, senza di me.
Le rassicurazioni, quel senso di protezione (apparente) che la nostra condizione sociale ci offre, sembrano allo stesso modo spegnere il nostro entusiasmo e trasformarci in piccole lattine pronte al fare moderno.
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso… Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un’esistenza non convenzionale…
Le certezze affievoliscono le nostre passioni?
Inseguiamo non di rado certezze, omologazione e accettazione perché ci sentiamo fragili o inadatti. Offriamo la nostra anima alla grande massa del mondo come un oggetto da manipolare ed utilizzare secondo schemi precostruiti e indiscutibili. Ecco allora che i nostri sogni, il nostro ardore verso tutti gli elementi che governano il mondo vengono esiliati in discorsi miseri e pomposi. Non sentiamo più la voce del nostro animo e tutto intorno ci sembra freddo e sterile. Ci allontaniamo dai nostri simili e dalla vita organica per ripiegare verso una dimensione sintetica dove i rapporti devono seguire sempre un determinato standard e le bugie non sono poi così insolite.
Dove si è nascosta la nostra euforia?
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): Non si può negare che andare liberi senza meta da sempre ci rende euforici. Ha a che fare con l’idea della fuga … dalla storia, dall’oppressione, dalla legge, dalla noia degli obblighi … libertà assoluta … e la strada porta sempre verso ovest.
Perché avvertiamo dentro di noi questa enorme costrizione?
Obblighi, obblighi … verso qualcuno, verso qualcosa e la nostra luce si fa sempre più flebile. Impigliati nella grande rete umana perdiamo gradualmente il candore e la passione verso un ignoto da scoprire, eppure c’è sempre qualcosa da svelare ed è proprio questa continua e difficile ricerca verso il nuovo che ci permette di ridimensionare un’esistenza che non fiorisce dalle nostre radici ma ci viene offerta già confezionata. Con il tempo quella stretta, quel senso di oppressione si fa sempre più forte e ci rassegniamo al mondo delle astrazioni e dell’assurdo.
Carine McCandless: Capivo quello che stava facendo, aveva passato quattro anni ad adempiere l’obbligo assurdo e noioso di conseguire quella laurea e ora si era emancipato da quel mondo di astrazioni, di false sicurezze, di genitori e di consumismo … le cose che tagliavano fuori Chris dalla verità della sua esistenza.
Ci chiedono di adempiere ai nostri doveri e dimentichiamo in fretta cosa vuol dire osare, cosa vuol dire avventurarsi in cerca di nuove esperienze. Timorosi come cerbiatti smarriti ci tramutiamo in storie già scritte, in semafori da rispettare.
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): Non mi servono i soldi, rendono le persone prudenti.
Dunque, dobbiamo ritornare alle nostre paure più vere quelle che non ci chiudono in stanze sicure e protette ma quelle che ci fanno battere il cuore all’impazzata e ci fanno esclamare: “Non mi arrendo, io vado avanti”.
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): Il mare non fa mai doni se non duri colpi e qualche volta da un’occasione di sentirsi forti. Ora, io non so molto del mare ma so che qui è così e quanto importi nella vita non già di essere forti ma di sentirsi forti, di essersi misurati almeno una volta, di essersi trovati almeno una volta nella condizione umana più antica, soli davanti alla pietra cieca e sorda senza altri aiuti che le proprie mani e la propria testa.
Tutto il coraggio che troveremo nel nostro agire non sarà figlio di apparenti forze ma di grandi fragilità. Se fossimo sicuri di tutto perché dovremmo cercare? Il nostro entusiasmo si fonda sul desiderio di conoscere e di con-vincere le nostre paure che siamo in grado di esistere con e per il mondo.
Cerchiamo perché siamo fragili?
Carine McCandless: La fragilità del cristallo non è una debolezza ma una raffinatezza. I miei genitori si rendevano conto che un sottile bicchiere di cristallo aveva bisogno di molta cura se non lo si voleva frantumare ma nei confronti di mio fratello sembravano non capire o non curarsi del fatto che i loro segreti avrebbero potuto comportare conseguenze devastanti. Il loro finto matrimonio, il silenzio di nostro padre sull’altro figlio erano per Chris l’omicidio quotidiano della verità, sentì capovolgersi la sua intera vita come un fiume che cambia d’improvviso il suo corso e prende a salire verso il monte. Queste rivelazioni furono un colpo al cuore dell’identità di Chris e gli fecero apparire la sua infanzia una gigantesca finzione.
È facile fingere quando la società per lo più ci chiede di assolvere il compitino stabilito, quello di realizzarci con un’identità ben precisa. Pertanto la nostra esistenza viene a formarsi in turbinio di relazioni che non fanno che distrarci dal vero respirare e dal vero agire.
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): Se ammettiamo che l’essere umano possa essere governato dalla ragione, ci precludiamo la possibilità di vivere (citando Tolstoj).
Così gli istinti fuori dal controllo della ragione diventano pericolosi e potenzialmente disgreganti e quel soffio di purezza sembra rintanarsi in angoli bui e indecifrabili:
Carine McCandless: Un istinto che sembra presagire la minaccia di una perdita così assoluta e irrevocabile che la mente vacilla a misurarla.
Come si può riprendere il controllo del proprio essere?
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila … L’essenza dello spirito dell’uomo sta nelle nuove esperienze …
L’essenza dell’uomo si cela proprio nel suo desiderio di capire e anche se le risposte non lo soddisferanno, lui incessantemente cercherà, cercherà perché non può accontentarsi di essere solo un semplice puzzle della società. Le vere passioni vivono nella continua ricerca, nel cambiamento e nell’umiltà di vedere le cose in un’altra prospettiva.
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): Mi mancherai anche tu Ron, ma ti sbagli se pensi che le gioie della vita vengano soprattutto dai rapporti tra le persone. Dio ha messo la felicità dappertutto, è ovunque, in tutto ciò di cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo, di guardare le cose.
Eddie Vedder dalla colonna sonora – traccia 11 – Guaranteed: Lascia che mi occupi io di trovare un modo di essere | Considerami un satellite, in orbita per sempre | Conoscevo tutte le regole, ma le regole non mi conoscevano | Garantito.
Tuttavia, in ogni luce, in ogni atomo dell’universo c’è solo una cosa che può dare un senso alle nostre conquiste, alle nostre esperienze e questa cosa si chiama: condivisione. Tutto il piacere che proveremo sarà sempre un granello di sabbia se non assaporato con le persone che amiamo e donano a noi ogni giorno speranza e splendore.
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): Chiamare ogni cosa col suo vero nome, col suo vero nome.
Prima di morire Christopher McCandless aveva maturato proprio questa consapevolezza tanto da annotarla in uno dei libri che portava sempre con sé: Happiness only real when shared – La felicità è reale solo quando è condivisa.
Eddie Vedder dalla colonna sonora – traccia 11 – Guaranteed: Non avvicinarti di più o dovrò andarmene | Certi posti mi attraggono come la gravità | Se mai ci fosse qualcuno per cui restare a casa | Saresti tu…
…e se ci abbracciassimo, vedremmo mai noi stessi?
Christopher McCandless (Alexander Supertramp): E se io stessi sorridendo e stessi correndo tra le vostre braccia, riuscireste a vedere, quello che vedo io ora?
Francesco Colia