“Sei diverso dagli altri” – disse bisbigliando una vocina – “non sei di pezza tu, sei forte”.
Aveva occhi scuri e grandi, profondi ma scostanti ed un tocco attento e lieve, come di chi cerca una risposta, la verità su di un segreto. Io, che seppur in miniatura, piccino e ingenuo non ero, piuttosto scontroso invero, fingendo di dormire rimasi inerte a sentire.
Non ero adatto a lei, me ne accorsi appena mi scelse tra bambole e pupazzi. Loro tutti colorati e soffici, vestiti come si deve, io grigio e freddo, pungente a tratti, un’assemblamento logico di fascette metalliche e grosse viti. Capii subito il suo malizioso intento: smontarmi per puro passatempo.
Invece mi strinse forte al petto e disse: “Scelgo questo”.
Fui portato a destinazione in un sacchetto senza fiocco e confezione, nascosto con premura tra coperte e cuscini in una stanza buia.
Ogni sera, senza accendere la luce, la piccola s’infilava nel letto tenendomi accanto e si addormentava con un sorriso lieve. Ma come poteva sentirsi serena con un tipo duro e spigoloso come me?
Cercai di programmare la distanza, ma appena si creava un vuoto tra noi, sentivo freddo. Eppure la mia corazza era impermeabile. Quando di buon mattino si alzava, mi augurava la buonanotte e con un bacio mi riponeva sotto il cuscino.
Passarono stagioni, finché smisi pure di contarle. Lei mi stringeva tutta la notte dopo avermi augurato il buongiorno e mi baciava al mattino dandomi la buonanotte.
Finchè un giorno, giunto il momento di custodirmi sotto il cuscino, per distrazione lasciò la mia testa fare capolino e la rividi finalmente alla luce dorata del mattino.
Si muoveva lenta nella stanza semispoglia. Nessun quadro, né specchi alle pareti. Nessun libro sulla scrivania, né fiore sul comodino. La vidi indossare una tutina rossa e andare via strisciando il muro come un gessetto.
Io non le avevo mai parlato, lei non mi aveva mai visto.
Quella notte quando mi si stese accanto ero così fiero di avere un’armatura invulnerabile, orgoglioso di tutti i miei spigoli.
In fondo basta trovare il proprio posto nel mondo per essere felici. Farsi l’uno il custode dei sogni dell’altro.
Antonella Foderaro