Noi agiamo sempre per uno scopo o per appagare un bisogno, intimo, lucido o latente. Siamo continuamente alla ricerca di un senso che possa compiacere i nostri desideri. Il confine tra i nostri impulsi, sogni, aspirazioni e le difficoltà che ogni giorno affrontiamo è sottile. Dobbiamo sempre confrontarci con il mondo e spesso ci sentiamo dei naufraghi. Così dividiamo il nostro orizzonte di conoscenza tra ciò che ci piace e ciò che reputiamo dannoso o spiacevole. Il nostro ego si solleva quel tanto che basta in modo da poter allontanare cose, persone, emozioni, verità che non consideriamo vantaggiose. Così si è importanti, qualcosa di voluto ed apprezzato nella misura in cui si è disponibili a soddisfare qualunque richiesta. Dunque, quando contare non è una priorità ma un’esteriorità, quando è più rilevante quello che fai e non quello che sei, il tuo essere inevitabilmente si tramuta in uno strumento. Pertanto, essere importanti assume una duplice valenza: poter ricevere attenzioni e considerazioni, la responsabilità di non dover fallire. Tutte le volte che verrai meno al tuo essere importante ti troverai sempre in bilico su un precipizio. Così il fallimento si rivelerà non solo una possibilità ma una concreta opportunità di caduta.
Sai perché cadiamo, Bruce? Per imparare a rimetterci in piedi. – Batman Begins
Il cadere ha sempre il sapore della sconfitta, quel gusto amaro della disfatta così si resta sopraffatti dagli eventi, quasi inermi, incapaci di reagire a qualsiasi stimolo. Le nostre scelte sono un’instabile varietà di occasioni che possono generare successi o delusioni, le nostre scelte sono un’oscillante paradigma del vivere e molte volte ne siamo vittime. Essere importanti può produrre crepe profonde per se stessi e per gli altri perché le aspettative sono mondi fragili, nuvole disperse in un cielo di agosto. Tuttavia, non possiamo rinnegare la nostra natura e anche se la diversità può rappresentare un momento di crescita, noi dobbiamo cercare di restare autentici, di non essere uno strumento, non essere importanti per qualcosa ma essere semplicemente noi stessi.
Elwood P. Dowd: Vedete, anni fa mia madre era solita dirmi, diceva: “In questo mondo, Elwood, devi essere – mi ha chiamato sempre Elwood – in questo mondo, Elwood, devi essere o molto astuto o molto amabile.” Io preferivo l’astuzia, ma consiglio l’amabilità. Vi autorizzo a citarmi. – Harvey
Possiamo ingannare le persone, talvolta anche noi stessi, ma il dover scegliere ci impone ruoli che non sempre è facile accettare. Spesso si è estranei del proprio essere, si è clandestini di parole e gesti che vorremmo offrire senza dover incorrere in disapprovazioni futili. Si è proiettati in terre aride, ventose, piene di sabbia sporca così si è importanti soltanto nel dare e allo stesso tempo prigionieri di responsabilità enormi. Così il fallimento si rivelerà non solo un’opportunità ma una costante e caparbia volontà di cambiamento.
Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio. – Samuel Beckett
Noi agiamo sempre per uno scopo e non dobbiamo cadere nell’errore di considerare il nostro essere un equivoco. Possiamo scegliere di essere un’eco, un suono, un rumore, un universo o essere uno strumento e disperdere inutilmente la nostra semplicità, il nostro genuino e sincero vivere.
Essere un’eco è più difficile e quindi più raro che avere pareri e sostenere punti di vista… – Martin Heidegger
Francesco Colia