
https://pixabay.com/photos/squirrel-temple-ancient-animal-5454613/
L’aggettivo sacro dal latino sacer qualifica ciò che è connesso ad una realtà totalmente diversa, considerata superiore, di fronte alla quale l’uomo si sente intimorito e affascinato allo stesso tempo.
Spesso questo termine viene usato in opposizione a -> profano pro (davanti) + fanum (tempio), che letteralmente significa “davanti al tempio”, ovvero tutto ciò che non stando dentro il tempio che è il luogo per eccellenza in cui si custodisce, si manifesta e si rende culto al divino, viene comunemente considerato non sacro.
Pagano deriva dal latino paganus (“abitante del villaggio”, ma anche “civile, borghese, non militare”) ed esprime, contrariamente a profano, un giudizio di valore. Infatti pagano non è solo ciò che non è sacro (profano) e che potrebbe diventarlo con la preghiera, l’azione divina, l’offerta, etc, bensì ciò che oppone resistenza al sacro, proponendo altri “idoli” al posto di Dio.
Per essere definito pagano l’essere umano deve essere dotato di libertà e intelligenza e scegliere consapevolmente qualcosa di diverso da ciò che viene considerato sacro dalla comunità in cui vive. Quindi pagani furono chiamati quanti non si convertivano al cristianesimo rimanendo fedeli alle tradizioni religiose greche e romane. Per estensione vennero considerati pagani anche i templi dedicati a divinità diverse da quella cristiana e le attività (opere ma anche professioni) svolte dai pagani (Per approfondimenti storici: “L’intolleranza cristiana nei confronti dei pagani” a cura di Pier Franco Beatrice, oppure, più brevemente qui.)
Dal momento che la cultura greco-romana, culla della filosofia, della letteratura, della medicina, del diritto, dell’arte, dell’ingegneria, dell’architettura, dell’astronomia, della matematica, etc. etc., era considerata pagana, anche tutte queste discipline vennero associate alla resistenza al sacro.
Lo studio dei classici, della letteratura greca e romana, della filosofia, della medicina, della matematica etc. (e le annesse opere e professioni) in poche parole lo studio, non ha mai allontanato nessuno dalla divinità, al contrario ha permesso di distinguere la superstizione dalla fede. L’intelligenza e l’amore per la conoscenza non sono un ostacolo alla fede, non costituiscono un idolo, perchè il credente accoglie la fede come un dono che eleva tutte le sue facoltà ponendole a servizio di Dio. L’ignoranza non è a servizio di Dio, ma della superstizione.
Tra le beatitudini proclamate da Gesù non ve n’è nessuna in cui si dica: “Beati gli ignoranti”, ma semmai “Beati i poveri in spirito”, che letteralmente significa “gli umili”, coloro che “sanno di non sapere”, per dirla con le parole di Socrate, e cercano non solo la conoscenza, ma la sapienza e non soddisfatti della sapienza degli uomini, considerata troppo limitata, chiedono una Sapienza che venga direttamente da Dio.
Alla luce di queste premesse possiamo quindi definire estraneo all’autentico comportamento cristiano ogni sorta di pregiudizio, disprezzo, odio, nei confronti dello studio dei classici, della conoscenza in generale, della scienza e delle professioni connesse a queste discipline.
Antonella Foderaro