Si sceglie il bianco per quel senso di rassicurazione che ti lascia. Si contrasta il nero perché costantemente stretto in tormentate battaglie. Si rifiuta il rosso perché il dolore è troppo forte da sopportare. Il bianco è il costume più comodo, tentativi di una verità distorta, pulizia di un errore essenziale ma difficile d’accettare. Il nero, continuamente respinto, non concede scelte facili, spesso è soltanto un intruso, un tono con tante azioni fragili. Si fugge dal rosso con tutte le energie possibili, ferite non curate, pretesti per nascondere le sofferenze mai attenuate. Così il grigio si tramuta nel compromesso più utilizzato, l’ancora di salvataggio di un mare in tempesta. Il giallo, gioia esplosiva di un momento di follia è instabile. Il viola ti strattona con la voglia di cambiare il mondo, di cambiarti. Il verde, speranza di un terreno fertile, si perde nell’illusione del bianco, nell’oscuro grigio del tempo. Così il blu, mare e cielo del sognare, si avvicina alle stelle, in cerca di un senso profondo. Tutto vuole tingersi di vitalità, tutto vuole descrivere un’autenticità che in definitiva è preda della semplicità.
Francesco Colia