Non sto cercando qualcuno che si integri, sto cercando qualcuno che emerga.
Wolves – Il campione
Spesso quello che cerchiamo insistentemente non è la semplice accettazione, la presenza nel mondo è un viaggio controverso tra delusioni e successi ed è proprio questa conflittualità che genera in noi un sentimento di angoscia, angoscia rafforzata con forza dall’indifferenza. Il mondo non chiede integrazione, integrità, il mondo non si ri-conosce più in un progetto comune, l’uomo non deve solo interagire ma emergere dalla sua individualità sociale. Così apparentemente noi ci troviamo nella condizione di esseri sommersi, da noi stessi e dal caos. Tratteniamo il respiro, in apnea costante, nella profondità del dubbio in cerca di risposte che non arrivano. Confusi e senza uno sguardo nitido ci chiediamo, perché? I tentativi per fuggire dalla nostra inquietudine sono innumerevoli, artifici per rassicurare i pensieri sull’agire e sull’esistere, manovre per galleggiare sul senso della vita. Così apparentemente noi ci troviamo nella condizione di ingannare, noi stessi, gli altri. Cerchiamo scorciatoie, vie di fuga per non appesantire le nostre scelte, riduciamo al minimo gli sforzi ed impieghiamo le nostre energie per semplificare il contatto con il mondo. Tuttavia, rendere comode le nostre decisioni, evitare gli ostacoli non fa che immergerci in quel mare di omologazione ed approvazione che l’organismo uomo cerca di inculcarci quotidianamente. Tutti cercano un riparo dalle paure, dalle difficoltà, non abbiamo la capacità di accogliere l’imponderabile forza degli eventi perché ognuno di noi brama un porto sicuro, un’opportunità di salvezza. Dobbiamo salvarci da cosa? Spesso quello che cerchiamo insistentemente deve essere semplicemente affrontato, deriso, spaventato perché non è necessario emergere per difendere il nostro intimo essere.
Francesco Colia
Giancarlo Testa
Emergendo dall’emergenza…