La sposa del vento del 1914 è uno dei quadri più famosi di Oskar Kokoschka, rappresenta un momento notturno di due amanti, un momento intimo rubato al sonno dell’artista e della propria compagna, per questo scambiato spesso per un tributo al romanticismo. Eppure l’atmosfera non è rosea, i due corpi che verosimilmente hanno appena consumato un atto d’amore non si stringono, tanto che la nudità tranquilla e il sonno sereno della fanciulla stridono con l’espressione impietrita e contratta dell’artista. Quest’ultimo si arrovella le mani nodose cercando di non compiere movimenti bruschi per non disturbare la quiete di lei, perché non si accorga delle brutture che si compiono mentre loro dormono.
Certo, è il 1914 e la guerra sta per scoppiare sulle teste e sugli animi di loro amanti, degli amici, dei genitori, dei passanti nella strada e di ogni cosa nella loro città, Vienna. Non esistono momenti di serenità assoluta ed anche una scena tenera come questa viene corrotta dall’ansia del futuro.
Come ho altre volte dichiarato, l’arte non si può estrarre dal contesto in cui è stata espressa, ne è linguaggio e poetica e perfino l’amore subisce la pressione di un momento storico tanto cruento.
La sofferenza interiore dell’artista si genera dalle sue mani ed attraverso un vortice distruttivo sgretola e smaterializza le figure che perdono consistenza, si corrodono e partecipano della sofferenza cosmica che li circonda. Il corpo di lui sembra stigmatizzato delle ferite di ogni persona nel mondo e si accartoccia nell’affrontare un tale dolore. Non ne rimane immune neppure il giaciglio che li accoglie, diventa mare tormentato, materia sgretolata da una pennellata violenta ed allucinata ed il tepore rosso che irradia dai corpi degli amanti, lascia il passo ad un azzurro spettrale e di ghiaccio.
Oskar Kokoschka era una personalità estremamente sensibile, il suo rapporto con l’altro sesso era stato minato dalla figura di una madre matriarca, autoritaria e rigida nell’educazione del figlio, quindi di certo il disagio incontrato nell’approccio sessuale doveva essere stato vissuto da lui come enorme sofferenza, non dico paragonabile alle sofferenze della guerra ma nella mente dell’artista doveva esserci un legame estremamente potente tra il concetto di amore e di morte (il famoso eros e Tanatos che spesso viene citato). La donna era inevitabilmente una madre e dava la vita, allo stesso modo era una bestia perversa e la strappava ingurgitandola durante l’atto sessuale. Di grande significato è l’opera teatrale scritta da Kokoschka Assassino, speranza delle donne, una versione cruda del tema della Penthesilea di Kleist messa in scena nel 1909 e di cui non rimane che qualche copia custodita nelle biblioteche ma di cui è possibile ammirare il manifesto omonimo e che rende l’idea dell’impatto violento che avevano le donne sulla sensibilità dell’artista; in scena, durante l’amplesso tra i due protagonisti, queste sono le parole che i due si rivolgono:
Chi mi allatta col sangue? Ho divorato il tuo sangue, ora dilanio il tuo corpo gocciolante-
lei risponde:
Non voglio lasciarti vivere, tu vampiro divori il mio sangue, mi indebolisci, guai a te, ti uccido
tu mi incateni
io ti ho catturato
e tu mi trattieni
lasciami andare
tu sanguini
e il tuo amore mi tiene in una morsa
come una catena di ferro
mi strangola
ho perso la chiave che ti teneva fermo.
Da questo breve inciso è facile capire come questo quadro non possa trattare e non tratti infatti solo dell’amore, carnale o meno, parla di una sofferenza interiore che non è solo del pittore, perché se è vero che lui viveva i propri drammi, questi si ingigantivano e si irradiavano come i cerchi in un lago se vi si butta un sasso, raggiungendo il mondo circostante, facendo così di un quadro, un’opera d’arte dal valore universale, un opera che, finendo di raccontare il sentimento di uno, diventa madre dei sentimenti di un’intera generazione.
Ovviamente l’artista visse un amore tormentato di un paio d’anni con Alma Mahler, modella del quadro, che poi sposo’ Walter Gropius. Quando il quadro fu concluso finì anche l’amore con Alma e Kokoschka vendette il quadro per comprare l’uniforme che gli servì per andare in guerra.
Elena Sudano
pasquale
…non si può avere una spiccata sensibilità e non subire impatti violenti da chi si ama. Un sasso gettato nel silenzio dell’anima cadendo misura lo spazio scavato dal dolore e preannuncia la dimensione del sentimento che potrà essere ospitato. Tuttavia quello stesso sasso è in un istante fissato appena prima di colpire, ferire e lasciare che il sangue esca a tracciare il senso della sofferenza e dell’attesa, della transizione senza fine che anticipa, patisce e celebra il sentimento dell’artista o forse di qualunque uomo innamorato.
Marcello Artista
Condividerò ill post con i miei followers di Facebook