Possiamo invadere o essere invasi senza anteporre nessuno ostacolo così da capire quale sia il nostro grado di sicurezza. Già, ognuno di noi vuole sentirsi al sicuro ma allo stesso tempo avverte la necessità di esplorare, conoscere ciò che gli è più estraneo. Il confine tra la nostra sicurezza e la paura dell’ignoto provoca in noi diverse forme di difesa, a volte, violente e inaspettate. Siamo un corpo, una famiglia, una comunità, un’aggregazione ma non riusciamo ad essere un’identità condivisa. Ciò che mi rende sicuro spesso è il privilegio ereditato del mio esistere casuale, il mio punto di raccolta spazio-temporale. Cerchiamo spesso protezione perché riteniamo la nostra ignoranza una forma di aggressione, una seducente e insospettabile debolezza che celiamo con tutto noi stessi. Abbiamo bisogno di convincerci che la soluzione migliore alle nostre fragilità, sia la capacità di allontanare il nostro universo emotivo dal mondo e dalle persone che non reputiamo all’altezza della nostra fiducia. Qual è quella linea immaginaria che possiamo cancellare senza incorrere nel terrore di essere risucchiati dal vortice del diverso? Il mio simile non deve essere necessariamente simile a me, se tutto fosse uno specchio non avremmo alcuna possibilità di cambiamento. Il cambiamento ci spaventa quando si accorda con l’incertezza perché avere il coraggio di cambiare implica inevitabilmente il dovere cedere qualcosa del nostro essere. Tuttavia, il mio essere, ora, nell’esistere il tempo in cui si respira, non è che un barricarsi nel posto più oscuro e sicuro che si conosca: la mia percezione del sentire e ascoltare il mondo. Così la sicurezza si tramuta in una linea sottile, fluttuante, alla continua ricerca di un posto dove ancorare le proprie difese, i propri muri. Il disorientamento, provocato dal caos del mio non conoscere, non solo viene considerato un’offesa alle apparenti certezze ma anche un’opportunità per una nuova pelle, per una nuova casa. Cos’è una casa se non un disordine stanziante di un tempo costruito su ali danzanti? Possiamo invadere o essere invasi senza capire il nostro posto, la nostra casa nel mondo. Possiamo trincerarci, chiuderci, credere nella divisone tra ciò che rassicura e ciò che mette paura ma la sicurezza resterà soltanto una piccola e gracile resa.
Francesco Colia