Il nome del vento (The name of the wind, 2007), primo romanzo fantasy della trilogia Le Cronache dell’Assassino (The Kingkiller Chronicles), segna il debutto dello scrittore statunitense Patrick Rothfuss.
La storia, incentrata sull’infanzia e straordinaria adolescenza di Kvothe, è raccontata dallo stesso protagonista, ora anonimo gestore di una taverna insieme all’inseparabile Bast. La narrazione si svolge su due piani temporali, il presente, all’interno dello Waystone Inn, in cui un apparentemente innocuo Kvothe racconta in segreto la storia che lo ha reso una leggenda, e il passato, in cui tragici avvenimenti costringono un bambino a crescere troppo in fretta.
Durante la lettura si è pervasi dalla sensazione che schegge del passato, da un momento all’altro, infrangeranno l’apparente quiete in cui è avvolto il presente.
Come descrivere la solennità di questo romanzo?
Fin dall’inizio si percepisce che lo scrittore ama la musica, perchè il silenzio con il quale il prologo si apre, viene raccontato come una pausa, una cesura in uno spartito musicale.
La storia comincia ed è un crescendo di eventi fino all’epilogo, che incastona la narrazione come una gemma, ripetendo il prologo: lo stesso silenzio protagonista all’inizio del racconto ritorna, un silenzio non facilmente percepibile da un ascoltatore comune, un silenzio in tre parti.
Perchè la musica è così importante nella narrazione?
Kvothe è un talentuoso suonatore di liuto, un Edema Ruh, un artista nomade per il quale musica, canto e recitazione sono frutto di grande passione ed esercizio, ma anche unico mezzo di sostentamento. Una canzone composta dal padre cambierà completamente la sua vita e lo costringerà a confrontarsi con forze oscure, ritenute fino ad allora solo leggende.
Il lettore si trova coinvolto in un mistero che lo appassiona e dal quale a malincuore si distacca alla fine del libro. Fortunatamente il secondo volume, La paura del saggio (The Wise Man’s Fear, 2011), è già disponibile ed una versione cinematografica di questo gioiello fantasy è in preparazione, curata dallo sceneggiatore Lindsey Beer (Transformers 5, Dungeons & Dragons), dal compositore Lin-Manuel Miranda (Moana – Oceania), sotto la supervisione dello stesso Rothfuss.
Perchè leggere questo libro se non amate il genere fantasy?
Vi darò almeno tre motivi che ritengo validi:
- Il romanzo è veramente ben scritto e se siete cultori della scrittura e amate leggere i romanzi in lingua originale, fatelo, non ve ne pentirete!
- La storia esalta sentimenti come l’amore, l’amicizia, il coraggio, l’innocenza, senza essere banale o sdolcinato.
- Il racconto trasporta il lettore in un tempo in cui alcune persone erano in grado di conoscere il segreto delle cose e quindi di chiamarle per nome (da qui il titolo: Il nome del vento).
Spero che questo breve intermezzo tra il silenzio e le parole vi abbia incuriosito almeno un po’ e possiate trovare la vostra personale risposta a questa domanda: perchè se la musica è così importante, il romanzo inizia e finisce sempre con lo stesso misterioso silenzio?
Antonella Foderaro