Un commento

  1. Giancarlo

    Seguendo il tuo filo o forse no, penso a chi, annientata la propria mente, annienta il proprio corpo. E consuma nell’anoressia il proprio spazio nel mondo.
    Una maniera, l’unica, per mantenere il controllo. Di sé. Perdendo se stesso.
    Una risposta corporea. Una negazione. Nessuna risposta.
    Il supplizio di non vivere la propria identità. L’assenza di noi in noi…

    E’, inaspettatamente, questo tormento impotente ad accompagnarmi durante la lettura, sviandomi.
    Come ricostruire l’uomo distrutto nel fermento delle sue emozioni violate?
    Come restituire sogni a chi si è perso?

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