È lontana, appena un punto scrutabile, abbandonata al desiderio di evadere, fuggita al tentativo di cedere, l’attenzione. Manca in una dose sconsiderata, un odore di un agire lento a svanire, un sapore di un fare fugace a lenire. Perché quel vibrare di emozioni lascia il luogo dell’essere? Se ne va senza mettere radici, soltanto ricordi, tempeste incontrollabili che spazzano via ogni piccola abitazione del divenire. Sarà l’evoluta e raffinata armatura del sopravvivere, arte proposta per apparire forti e inaffidabili? Così il viaggio per ri-trovarla è una missione triste, un tentativo di ri-presentare un’emozione perduta nel buio della memoria. Le immagini sono nitide eppure quel suo nuovo abito tramuta tutto in una nuvola carica di aspettative. Il suo nuovo volto si cela nella girandola di promesse che dissemina ovunque così da confondere e lasciare a noi la suggestione di averla sempre accanto. Il viaggio per abbracciarla è un incontro elettrizzante, un tentativo di presentare le sensazioni del momento. È lontana, appena un pensiero leggero, schiva nel suo mondo indomabile, grigia nel suo potere amabile, l’attenzione. Frammenti di scelte mai capite, condivise nel silenzio e nel caos del ferire, operano nell’assoluta noncuranza. Obbediamo a regole, a segnali percepiti, a gesti recepiti e tutto ciò confonde il nostro giudizio. Capiamo quello che vediamo, ci fidiamo di quello che capiamo eppure siamo completamenti inermi alla dimenticanza. Rincorrere, prepotentemente rispondere e non trovare soluzioni, soltanto necessità e forse qualche possibilità di un nuovo tornare. Sconfitte che sciolgono il freddo gelido della distanza, spazi interrotti dalle interminabili parole così dune di suoni assordanti nascondono il futuro. È lontana l’attenzione, in cerca di un nuovo inizio, unico indizio che malinconicamente riceviamo.
Francesco Colia