Il dormiglione
Il sedano Allegro
Woody Allen è riconosciuto solitamente da tutti come un genio della commedia americana degli ultimi quarant’anni. Regista-attore tagliente, buffo e simpaticamente controverso in questa pellicola del 1973, dal titolo Il dormiglione (Sleeper), il grande Woody è riuscito a coniugare la graffiante critica nei confronti della società con delle riflessioni piuttosto profonde sull’agire umano. Ambientato in un futuro ipotetico, il 2173, la storia ruota attorno alla figura di Miles Monroe, un uomo ibernato centonovantanni prima e scongelato da degli scienziati per contrastare il potere di un dittatore. Il titolo di questo CineSofia è: Il sedano allegro.
Un problema può essere affrontato nell’insieme, in una prospettiva comune e ampia, o circoscritto nella sua specificità. Ognuno di noi, tendenzialmente, cerca di vedere le cose in maniera semplice, ho una preoccupazione, come la posso risolvere? Certo le proporzioni hanno un peso importante nelle decisioni ma non sempre la grandezza di un problema acuisce le sofferenze di un individuo.
Miles Monroe: Per me vedete, un prodigio della scienza è entrare in ospedale per un piccolo intervento e uscirne senza avere duemila mesi di fitto in arretrato, altro che prodigio della scienza, questa io la chiamo insederata cosmica.
Dunque, affidiamo dei compiti ben precisi al nostro cervello, quello di superare ogni ostacolo o incertezza sul fronte del destino.
È così infallibile il nostro ordine di idee?
Dott. Aragon: Il suo cervello sarà semplificato elettronicamente.
Miles Monroe: Il cervello? Il mio secondo organo preferito.
La sorpresa ci assale quando non riusciamo a distinguere con chiarezza ciò che è essenziale da quello che non lo è. Sembrerà banale ma spesso la serietà degli accadimenti non coincide con i nostri bisogni reali, necessitiamo di molta più naturalezza nell’affrontare le cose.
La vita reale ci distrae?
Miles Monroe: Era troppo bello per essere vero, trovai parcheggio sotto l’ospedale.
L’ambiente in cui viviamo richiama la nostra attenzione solo in funzioni di determinati bisogni. Nonostante le leggi, il pensiero e quel senso di appartenenza alla società, al mondo, misuriamo tutto in relazione ai nostri istinti, più “raffinati” ma generalmente semplici nella loro realizzazione. Trovare un parcheggio, pagare una bolletta, ecc. sembrano apparentemente delle richieste urgenti.
Miles Monroe: Questo, questo glielo dico subito, è il paginone di una rivista che si chiamava Playboy, che, sa queste ragazze non esistevano nella vita reale, erano camere d’aria, le dovevi gonfiare per campare, potevi, potevi tentare fecondazioni, altro, questa la tengo e me la studio e le farò una relazione.
C’è una posizione che possa soddisfare le nostre aspettative?
Tutti i cittadini di uno stato democratico, o la maggior parte, pensano che la politica abbia un ruolo decisivo sull’agire umano ciononostante la società stessa si accorge, giorno dopo giorno, che proprio la fragilità delle azioni dei governi non riesce minimamente a risolvere le questioni più delicate che tormentano l’uomo contemporaneo. Il rifiuto verso un pensiero efficace dura il tempo di uno spot o telegiornale, oggi su YouTube o Facebook o qualsiasi altro social network passano in rassegna miriadi d’informazioni e stimoli che riconducono ad una rappresentazione distorta e falsa dell’attuale stato delle cose.
Dott. Melik: Miles ha mai preso una posizione politica seria nella sua vita?
Miles Monroe: Sì, certo. Da piccolo per ventiquattro ore rifiutai gli spinaci.
Quello che ereditiamo alla nascita non sono soltanto geni, ma un nome, un ruolo, un numero, un codice che ci proietterà attivamente e, in molti casi, anonimamente verso un ambiente costruito su un progetto semplice: da una parte una piccola schiera di “consoli manageriali” al comando dell’economia e del destino della finanza e dall’altra la stragrande maggioranza di “cittadini lavoratori” al servizio del progetto stesso.
Dott. Aragon: Miles noi l’abbiamo scongelato perché ci serviva qualcuno che non avesse identità, tutti qui abbiamo una scheda personale, siamo computerizzati, catalogati, fotografie, impronte, fenotipi ma lei non ha un numero.
A cosa dobbiamo credere?
Oramai il credere dell’uomo moderno viene associato ad un’illusione; oggi cerchiamo, più che mai, un rifugio dove nasconderci da una realtà difficile e insopportabile. Tutto ciò non scaturisce da una crescente volubilità verso un fondamento superiore, non da un’assenza che ha generato soltanto presenze squisitamente umane, no, oggi credere in qualcosa di veramente profondo significa spegnersi nell’animosità del tempo e delle parole. Oggi sono gli uomini a governare un dio, a suscitare quell’odio biasimato e mai controllato.
Luna Schlosser: Ma tu credi in Dio?
Miles Monroe: Se io credo in Dio? Puoi definirmi un ateo – teologico esistenziale. Io credo in un’intelligenza dell’universo con l’eccezione di qualche cantone svizzero…perché tu credi in Dio?
Luna Schlosser: Be’, io credo che ci sia qualcuno lassù che ci osserva dall’alto.
Miles Monroe: Sì, purtroppo è il governo.
La riflessione può aiutarci?
Luna Schlosser: Miles, Miles, hai mai pensato che se scrivi o-dio tutto attaccato scrivi odio?
Miles Monroe: Sì, allora?
Luna Schlosser: Ti fa riflettere.
Miles Monroe: Sì.
La modernità richiede un adattamento atipico e il passato difficilmente è preso in esame. Quello che accade oggi è una consapevolezza rassegnata che induce masse di persone a spostarsi da un posto ad un altro in cerca di un Eldorado a cui pochi posso auspicare. Dunque, credere nella scienza, a un dio, al sistema economico-politico risulta difficile se non improbabile ed è per questo che l’unica possibilità per evitare la nausea e il disgusto risiede nel contatto, nella semplicità, nell’amore.
Luna Schlosser: Miles ma non capisci che anche le unioni più perfette tra uomini e donne non durano? È provato scientificamente, vedi, c’è un’alchimia nei nostri corpi la quale fa si che ci veniamo reciprocamente sui nervi con gli anni.
Miles Monroe: Ehm, che scienza, io non credo nella scienza, no perché sai la scienza è un vicolo cieco, intellettuale, sono un sacco di ometti con dei camici che sventrano ranocchie e svenano fondazioni.
Luna Schlosser: Ah, ci sono, tu non credi nella scienza e non credi nelle politiche fondate sul lavoro e non credi neanche in Dio.
Miles Monroe: È vero.
Luna Schlosser: E allora in che cosa credi?
Miles Monroe: Nel sesso e nel decesso, due cose veramente fondamentali nella vita ma almeno dopo la morte non hai la nausea.
Francesco Colia