Moon
La memoria aggiunta
Moon è una pellicola di fantascienza girata nel 2009 e diretta dal regista Duncan Jones. Il film è una piccola produzione con diversi richiami alla fantascienza di un tempo. La storia è ambientata sulla base lunare Sarang e il protagonista Sam Bell (Sam Rockwell), dipendente della Lunar Industries Ltd, ha il compito di estrarre con dei mietitori una risorsa energetica vitale per il mondo, l’Elio-3. Con lui solo un robot, Gerty. Il titolo di questo numero sarà: la memoria aggiunta.
Ci alziamo tutte le mattine, rispettando le scadenze del tempo e del fare perché il giorno per noi è qualcosa che scorre per essere riempito di cose e persone. Liberi di correre verso il futuro in realtà non lo siamo mai, legati come siamo al nostro passato e al nostro percepire. Siamo creature, esseri concepiti nella stretta di due corpi, recipienti vuoti pronti ad accogliere il nostro essere da progettare.
Cosa ci lega così tanto alla vita?
Le persone e il nostro vissuto sono la stoffa dove i sentimenti e le emozioni si esprimono. Come animali smarriti ci leghiamo, ci abbracciamo a qualcuno o qualcosa a tal punto che ogni nostra cellula sente di appartenere, sì di essere parte in un sentire cieco.
Sam Bell: Questa cosa è strana forte, io mi sento solo capisci? Vorrei darti la mano, mi vuoi dare la mano?
Per quanto una persona possa sentirsi forte e indipendente non potrà raggiungere la pienezza del vivere senza l’altro, l’uomo non è una cosa che può restare ferma come un sasso in uno stagno. Siamo per l’andare, per il cercare, per lo sbagliare insomma siamo “per”. Tuttavia, abbiamo la presunzione di dividere “l’originale” dalle brutte copie.
Sam Bell: Sei un clone del cazzo, non hai un cazzo di niente…Senti, sono un’azienda no? Hanno investitori, hanno degli azionisti tutta quella roba là, cos’è più conveniente sprecare soldi e tempo ad addestrare nuovo personale o avere dei pezzi di ricambio già pronti sul posto? Siamo sul lato oscuro della luna!
Vivere è una garanzia di autenticità?
Spesso utilizziamo mezzi di ogni genere per raggiungere i nostri scopi, abbiamo paura di riconoscere la nostra vera natura e consideriamo il mondo esterno come uno strumento da poter manipolare. Vivere non è semplicemente ri-conoscere ma ri-conoscer-si e questo significa costruire una rete di affetti e situazioni capaci di generare memoria e individualità.
Sam Bell: Gerty, Gerty, sono veramente un clone?
Gerty (Robot): Poco dopo il tuo arrivo alla Sarang ci fu un piccolo incidente, ti svegliasti in infermeria, avevi subito un lieve trauma cranico e una perdita di memoria, rimanesti sotto osservazione e facemmo dei test.
Sam Bell: Me lo ricordo sì, me lo ricordo.
Gerty (Robot): Non c’è stato nessun incidente Sam, sei stato solo risvegliato, è la procedura standard per tutti i nuovi cloni, si effettuano dei test per controllare la stabilità mentale e lo stato di salute fisica, anomalie genetiche ed errori di duplicazioni del DNA possono avere un impatto notevole sul…
Sam Bell: E allora Tess e allora…
Gerty (Robot): Sono impianti di memoria Sam, memoria aggiunta, memoria editata proveniente dal Sam Bell originale…mi dispiace molto…
Dunque, il passato non è un accadere in funzione del tempo, una testimonianza dell’avvenuto, ma un tassello del mio essere più vero, energia vitale del mio respirare e del mio pensare. La memoria non è un ricordare da sfogliare nei momenti tristi, è ciò che siamo e saremo per il resto dei nostri giorni.
C’è qualcosa che ci spinge oltre?
Sam Bell: Gerty, perché mi hai aiutato prima, con la password, questo non va contro la tua programmazione?
Gerty (Robot): Il mio compito è aiutarti.
Pertanto, non possiamo incamminarci lungo la strada dell’esistere in solitudine, è questo il senso della memoria e della presenza. La nostra presenza non si legittima con il corpo ma con il mondo che mi ha accolto. La mia partecipazione al vivere è avvinghiata con la/le presenza/e, con le emozioni, con i dolori, con tutto ciò che è, essere nel mondo.
Siamo persone?
Determinare una persona non è cosa da poco e non possiamo illuderci che sia termine riconducibile soltanto all’uomo. Sicuramente a distinguere una persona da una non-persona non sarà un involucro o un nome. Ciò che rende qualcuno o qualcosa una persona è l’offrirsi. Quando riusciamo ad essere per l’altro oltre che per noi stessi riusciamo ad uscire da quell’individualismo che non ci rende migliori di un programma. Quando qualcosa mette in pericolo la propria esistenza per donarla ad altri, quando accade ciò, questa cosa non può più considerarsi una cosa ma una persona.
Gerty (Robot): Sono qui per proteggerti Sam, voglio aiutarti…Spero che la vita sulla terra sia esattamente come la ricordi.
Sam Bell: Grazie Gerty, te la caverai?
Gerty (Robot): Certamente, io e il nuovo Sam torneremo alla nostra programmazione appena avrò completato la fase di riavvio.
Sam Bell: Gerty, noi non siamo programmi, siamo persone.
Dobbiamo avere la capacità di ricordare a noi stessi ciò che siamo rispetto a ciò che crediamo di essere. I programmi possono essere sostituiti, possono eseguire un comando ma le persone sono per qualcosa di più grande, sono.
Sam Bell: Ora basta, ora basta, voglio andare a casa, voglio andare a casa.
È tempo di tornare a casa, dal nostro passato, dal nostro futuro.
Francesco Colia