Inception
L’innesto
Inception è un film del 2010 diretto dal regista Christopher Nolan e interpretato da un grandissimo cast tra cui spicca Leonardo Di Caprio. Vincitore di quattro premi Oscar e di altri riconoscimenti, la storia è un concentrato di azione e visioni irreali che portano lo spettatore verso un mondo onirico. Il titolo di questo CineSofia è: L’innesto.
Fin dalla nascita siamo rapiti da milioni di informazioni, immagini e suoni. Ogni cosa nel mondo attira la nostra attenzione trasformandoci in grandi spugne voraci, la nostra mente si tramuta in un campo recettivo dinamico dove tutto assume una forma interpretativa. Dentro di noi accade una vera esplosione di colori e sensazioni che invadono continuamente i nostri pensieri.
Qual è la cosa che turba il nostro intimo percepire?
La potenza della nostra mente è quella di saper governare in modo casuale le nostre emozioni. Quello che pensiamo, sentiamo, percepiamo inevitabilmente scuote ogni nostro piccolo atomo. Siamo “avvinghiati” a tutto grazie al nostro percepire e quando questo sentire non è altro che è un’elaborazione multiforme della realtà, la realtà stessa, il mondo, è una proiezione del nostro capire.
Dominic Cobb: Qual è il parassita più resistente? Un batterio? Un virus? Una tenia intestinale? …un’idea! Resistente, altamente contagiosa. Una volta che un’idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Un’idea pienamente formata, pienamente compresa, si avvinghia.
Ci convinciamo dell’originalità del nostro pensare, convinti di avere la massima libertà di espressione. Invece, è difficile accettare che le idee, sono nella maggior parte dei casi soltanto degli innesti, delle architetture passate, consolidate dal tempo e dall’humus umano. L’idea, quell’ispirazione che condiziona ogni scelta, ha una forza dirompente che solidifica e fortifica le nostre opinioni. Trovare l’origine della creazione, il confine tra il mio e il non-mio è un processo complesso e profondo.
Dove si trova la genesi di un’idea?
Arthur: Ok, adesso prova a innestarle un’idea. Se io le dico: non pensi agli elefanti! A cosa pensa?
Mr. Saito: Elefanti?
Arthur: Esatto ma non è una sua idea perché lei sa che gliel’ho trasmessa io. La mente del soggetto può sempre rintracciare la genesi dell’idea, non si può falsificare l’ispirazione.
Il cervello non è soltanto l’organo più complesso e sofisticato di cui siamo dotati ma è anche il più indecifrabile. Sapere della natura fisica del cervello non equivale a capirne le reali potenzialità. Dunque, il nostro esistere è semplicemente una mistura di proiezioni passate, future e surreali. Elaboriamo continuamente ciò che sentiamo, siamo in grado di costruire e decostruire storie, edifici, emozioni e lo facciamo sempre seguendo un filo irrazionale, immersi tra sogno e realtà. Il nostro mondo è in definitiva una creazione continua, immersa in una genuinità “contaminata”.
Ci troviamo in un sogno?
Dominic Cobb: Dicono che usiamo solo una frazione del vero potenziale del cervello, questo quando siamo svegli. Quando dormiamo la mente può fare quasi ogni cosa.
Arianna: Ad esempio?
Dominic Cobb: Immagina di progettare un edificio, d’accordo? Ne crei inconsapevolmente ogni aspetto ma a volte sembra quasi che si stia creando da solo, non so se mi spiego.
Arianna: Sì, sì come se lo stessi scoprendo.
Dominic Cobb: È pura ispirazione, giusto? In un sogno la nostra mente lo fa di continuo senza interruzioni, noi creiamo e percepiamo il nostro mondo simultaneamente e la nostra mente lo fa così bene che neanche ce ne accorgiamo, questo ci consente di inserirci nel mezzo di quel processo.
Arianna: E come?
Dominic Cobb: Assumendo la parte della creazione ed è qui che ho bisogno di te. Tu crei il mondo del sogno, noi portiamo il soggetto dentro quel sogno e lui lo riempie con il suo subconscio.
Arianna: Ma come faccio ad acquisire abbastanza dettagli per fargli credere che sia la realtà.
Dominic Cobb: I sogni sembrano reali finché ci siamo dentro non ti pare? Solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c’era qualcosa di strano.
I nostri successi, i nostri risultati quotidiani non sono altro che una condivisione continua d’ispirazione. Tentiamo continuamente di definire pure le nostre intenzioni, consapevolezza di un intuito generato sempre dalla vivacità e versatilità dell’idea. Tuttavia, si può fuggire dalla gabbia delle idee soltanto utilizzando la fantasia. Nell’incontrollabile sistema condizionante dell’ispirazione soltanto la fantasia può creare una frattura tra i molti labirinti della mente.
La follia è libertà?
Dominic Cobb: Innesto!
Eames: Senti per fare un innesto serve prima di tutto la fantasia…l’idea deve essere semplice per svilupparsi naturalmente nella mente del soggetto, è un’arte molto sottile.
La fantasia può aprire un varco all’autenticità, alla spontaneità del nostro agire ma non può avere la forza necessaria per raggiungere la pienezza delle nostre azioni. L’idea è una fitta ragnatela che agisce su ogni piccola sequenza di vita quindi quel senso di soffocamento che a volte ci assale può essere alleviato unicamente con l’innesto di un concetto emotivo. Ciononostante, non si evade dall’idea se non abbiamo una propulsione emotiva positiva.
Dominic Cobb: Il subconscio è spinto dalle emozioni, giusto? Non dalla ragione. Dobbiamo trovare il modo di tradurre questa idea in un concetto emotivo…perché credo che le emozioni positive superino sempre quelle negative, tutti aspiriamo alla riconciliazione, alla catarsi.
L’idea è reale?
Un semplice pensiero, un piccolo gesto, ogni nostra azione è dettata sempre da una motivazione. Così quello che facciamo sembra essere il risultato di un interagire tra il mio essere e il mondo, tra il mio io e la realtà. Dunque, idea e realtà sono unite, progetto di un divenire in movimento, immerso nella totale definizione dell’essere.
Dominic Cobb: Un’idea è come un virus, persistente, altamente contagiosa e il più piccolo seme di un’idea può crescere, può crescere fino a definirti o a distruggerti.
Mal Cobb: La più piccola idea per esempio, che il tuo mondo non è reale, un semplice banale pensiero che cambia ogni cosa…
La realtà è così prepotente che ogni nostra idea ne esce segnata. Questo continuo connubio non fa altro che destabilizzarci, renderci dei naufraghi in mezzo al mondo. Ci illudiamo di sentire un’esclusività che in definitiva non è altro che un rimando costante ad un’ispirazione passata e condivisa. Continuiamo a ripetere a noi stessi la nostra originalità, la spontaneità delle nostre creazioni, davvero è così?
Mal Cobb: Continui a ripetere a te stesso quello che sai, ma cosa credi davvero? Che cosa provi?
Rimanere aggrappati al significato del nostro pensare, al senso del nostro agire può distruggerci, condurci verso un definire stanco e lacerante. Il divenire è un viaggio colmo di emozioni, ogni concetto emotivo è un piccolo spicchio di cielo orientato alla leggerezza e al sorriso. La vita può avere un senso soltanto liberando le emozioni da ogni condizionamento concettuale, soltanto lasciando alla fantasia la possibilità di contenere la forza dell’idea…ma questo è un atto di fede.
Mr. Saito: È disposto a fare un atto di fede o preferisce diventare un vecchio pieno di rimpianti che aspetta la morte da solo?
Francesco Colia